Cromo in falda: c'è chi manipola
per mascherare l'inquinamento

«Per la prima volta nell'acqua della falda acquifera si è accertata una notevole concentrazione di cromo III». Questa la novità che l'Arpa ha riscontrato nell'ultima campagna di analisi della falda acquifera del territorio fra Verdellino e Treviglio.
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«Per la prima volta nell'acqua della falda acquifera si è accertata una notevole concentrazione di cromo III (cromo trivalente)». Questa la novità che il dipartimento provinciale dell'Arpa ha riscontrato nell'ultima campagna di analisi (durata dal 28 giugno al 20 luglio) della falda acquifera del territorio fra Verdellino e Treviglio, come ormai noto inquinata da cromo VI (cromo esavalente).

Fino ad ora non era mai stata riscontrata la presenza di cromo III e questa improvvisa apparizione secondo l'Arpa potrebbe essere frutto di una «manipolazione» dell'acqua inquinata da cromo VI «finalizzata – spiega il direttore del dipartimento provinciale Mauro Di Toro – a mascherare l'inquinamento della falda acquifera in corso». La campagna di analisi di giugno aveva individuato un focolaio presso la ditta Cromoplastica di Verdellino (contattata in merito dal nostro giornale, ma senza esito ndr). Risultato, confermato anche dall'ultima campagna di monitoraggio: alla nota tecnica sui risultati delle analisi è stata allegata una cartina che evidenzia che «l'origine del plume (ossia la parte della falda acquifera inquinata da cromo VI, ndr) è ubicato entro la Cromoplastica». Tale plume, che si muove da Nord verso Sud, è concentrato sopratutto nella falda acquifera del territorio compreso fra la Cromoplastica di Verdellino e i pozzi Invernizzi al confine fra Arcene e Ciserano. Qui sono state ancora una volta riscontrate concentrazioni di cromo VI superiore ai 300 microgrammi ogni litro d'acqua (la soglia che non dovrebbe superare è quella di 5 microgrammi).

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