La preoccupazione del vescovo
per il sacerdote disperso

È don Matteo Diletti, 39 anni, sacerdote dal 1996, il prete bergamasco disperso da giovedì scorso nella zona di Vello di Marone, sul versante bresciano del Sebino, dov'è stata ritrovata la sua auto, il suo portafogli e un rosario. Le ricerche sono proseguite anche per tutta la giornata di venerdì, ma senza alcun esito.

La vicenda è seguita con profonda preoccupazione dal vescovo monsignor Francesco Beschi che, unitamente ai suoi collaboratori, nutre la speranza che don Matteo possa essere ritrovato e per il quale chiede alla comunità cristiana la carità della preghiera.

Fino al 2005, il sacerdote - che vive a Bergamo - era stato responsabile della pastorale giovanile in alcune parrocchie della Val d'Oneta e in Val di Scalve. Negli ultimi tempi don Diletti ha trovato ospitalità nella «Casa del Paradiso», una delle strutture della Diocesi bergamasca.
 
Per lui, nel 2004, era iniziata una delicata vicenda giudiziaria legata al periodo in cui era stato insegnante alla scuola media di Vilminore, dove aveva avuto una brevissima relazione con una sua allieva tredicenne, innamoratasi del sacerdote. Tra i due, secondo la ricostruzione della Procura di Bergamo, sarebbe nato dell'affetto reciproco, poi trasceso. Davanti ai giudici, il sacerdote aveva ammesso di averla baciata una volta e, in quella stessa occasione, di averla toccata.

Condannato in primo grado a quattro anni, pena confermata in appello, don Diletti - che ha riconosciuto i propri errori - dovrebbe presentarsi in aula il prossimo 6 ottobre per l'ultimo grado di giudizio, in Cassazione, alla quale la difesa si è rivolta perché si esprima su alcuni elementi non tenuti nella dovuta considerazione nei procedimenti precedenti.

Il vescovo Beschi, si legge in una nota, «riafferma la propria fiducia nella giustizia e, insieme, confida che la stessa fiducia sia condivisa dalla comunità cristiana, alla quale chiede inoltre la carità della preghiera per don Matteo e la sua famiglia, per tutti i sacerdoti, per l'intera comunità diocesana».

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