Finto sacerdote: vendeva
falsi permessi di soggiorno

Aveva un complice anche in Bergamasca, un cingalese che abita a Martinengo, il finto sacerdote che la polizia di Como ha arrestato a Monza: ufficialmente gestiva una serie di imprese di pulizia sotto forma di cooperative, ma in realtà, secondo le accuse, forniva a pagamento falsi permessi di soggiorno e documentazione per la regolarizzazione di immigrati extracomunitari.

Originario di Mantova ma da tempo residente a Monza, l'uomo era noto come padre Massimo. I poliziotti lo hanno arrestato in casa, in un'abitazione che pareva quella di un vero sacerdote, con il guardaroba di abiti religiosi e un altarino in camera da letto.

Secondo il gip di Como, che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare per i reati di falso, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, false dichiarazioni a pubblico ufficiale e sostituzione di persona,  non solo non era un sacerdote, ma aveva organizzato un raffinato sistema per creare falsi permessi di soggiorno. Fingeva di assumere gli immigrati in una delle sue cooperative, produceva la relativa documentazione, rilasciava buste paga fittizie e denunciava le assunzioni all'ufficio provinciale del lavoro.

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