Cabina telefonica da salvare
Dopo Moio tocca a Gandino

Nella Bergamasca c'è una nuova cabina da salvare. Dopo la storia a lieto fine di Moio de' Calvi, in Valle Brembana, che nel corso dell'estate ha tenuto banco sui media di tutta Italia, il piano Telecom per la progressiva rimozione dei posti telefonici pubblici poco utilizzati tocca ora la Valle Seriana e precisamente la cabina posta in piazza Duca d'Aosta a Barzizza, frazione di Gandino.

Il piano di dismissione nazionale aveva avuto il via libera dell'autorità garante per le comunicazioni lo scorso aprile, vista l'esponenziale diffusione dei cellulari, per i quali l'Italia ha la media pro capite più alta in Europa. Erano stati posti però limiti alla rimozione delle cabine, salvaguardando ospedali, caserme, scuole e rifugi alpini, ed era stata data la possibilità a Comuni e privati di inviare via mail una specifica opposizione alla rimozione delle cabine, sulle quali vengono esposti avvisi di prossima rimozione.

A Barzizza i cartelli sono apparsi il 20 settembre e il Comune, con una lettera firmata il 4 ottobre dal sindaco Gustavo Maccari, ha detto «no».
«Si tratta dell'unico impianto pubblico – spiega Maccari – in una frazione molto popolata, con un nucleo storico in cui vivono anche molti anziani che hanno poca dimestichezza con le nuove tecnologie».Barzizza conta un migliaio di abitanti, è stato Comune autonomo sino al 1927 e ancor oggi è parrocchia a sé stante rispetto a Gandino.

Tutti i dettgli su L'Eco di Bergamo del 4 novembre

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