«La burocrazia frena
i fondi per le paritarie»

Le scuole paritarie non hanno ancora visto un soldo. Lo precisa la Fism (Federazione italiana scuole materne) che, dopo le notizie diffuse dai media nei giorni scorsi, afferma che la situazione reale è molto diversa dal pubblicizzato aumento dei finanziamenti alle scuole paritarie, prima di 150 poi di 245 milioni di euro. «L'oggettività della situazione – dice la Fism – è la seguente: il governo, dopo aver inserito nella Legge di stabilità (come oggi viene denominata la Finanziaria 2011 per raccordarla con la direttiva europea) un super taglio di 258 milioni di euro, pari a quasi il 48% dei finanziamenti per le scuole paritarie, a seguito anche delle pressioni e degli emendamenti di molti parlamentari della maggioranza e delle minoranze, ha presentato in commissione Bilancio della Camera un maxiemendamento correttivo che inizialmente era quantificato in 150 milioni di euro e poi è stato riquantificato in 245 milioni, che però non sono stati collocati – come la Fism e altre associazioni cattoliche delle scuole paritarie chiedevano – sull'apposito capitolo per le scuole paritarie, ma in un capitolo a sé, per il cui utilizzo è previsto un iter burocratico oggettivamente complesso. Quell'iter inutilmente complesso e costoso per il quale, ad oggi, non sono stati resi disponibili alle scuole paritarie i 130 milioni di euro del 2010, anch'essi esito del recupero dei tagli iniziali, e non immediatamente collocati nell'apposito capitolo di bilancio delle scuole paritarie».

Alla fine non si tratta di aumenti, ma di tagli in parte recuperati, sostiene la Fism che ha calcolato che nel 2011, rispetto al 2010, le scuole paritarie avranno 13 milioni di euro in meno. Inoltre, quanto approvato in Commissione deve essere ora confermato dal voto della Camera dei deputati e del Senato. Casimiro Corna, presidente regionale Adsm (Associazione degli asili e delle scuole materne) Fism sottolinea che il taglio di oltre il 48% dei contributi «sarebbe un colpo mortale per le scuole paritarie, specie per le scuole dell'infanzia. La restituzione parziale, mancano almeno altri 10 milioni di euro, ci lascia forti preoccupazioni sulle modalità del recupero effettivo. A oggi non abbiamo ancora incassato i 130 milioni (pari al 24%) tagliati con la Finanziaria 2010 e promessi ormai quasi un anno fa con lo scudo fiscale. Questi soldi inspiegabilmente non sono ancora stati resi disponibili agli Uffici scolastici regionali. Se così capitasse anche per i 245 milioni recuperati con il maxiemendamento, potremmo trovarci, a fine 2011, ad aspettare l'erogazione della metà dei contributi dell'anno scolastico 2010-2011 e sarebbe comunque una situazione disperata».

Ma non è tutto qui. Non ci sono i soldi per pagare gli stipendi di dicembre e le tredicesime del personale delle paritarie, tra le quali, non va dimenticato, sono preponderanti le scuole d'infanzia, spesso parrocchiali o gestite da associazioni di genitori. «Siamo in attesa di un piccolo acconto – spiega ancora Corna – che non ci permetterà neppure di chiudere i conti dell'anno scolastico 2009-2010 e che riguarda ancora i famosi 130 milioni dell'anno scorso, che non abbiamo ancora recuperato. Inoltre, sull'anno scolastico 20101-2011, l'ufficio scolastico regionale, tramite del ministero, ci ha promesso un acconto sui fondi del primo quadrimestre di quest'anno, settembre-dicembre, dato che il nostro anno amministrativo ricalca l'anno scolastico e non l'anno solare. Se questo acconto arriverà, ci saranno i soldi per pagare gli stipendi. Altrimenti no. Il dubbio riguarda i tempi tecnici per l'erogazione di questi fondi, che sono stati autorizzati solo ora. A dicembre le banche chiudono i conti, per cui dovrà essere una procedura molto rapida se vogliamo arrivare in tempo con gli stipendi». Riassumendo: dal 2000 la legge dispone che le scuole paritarie ricevano 539 milioni di euro l'anno dallo stato per il servizio che offrono. Fra tagli e recuperi, nel 2009- 2010 avrebbero dovuto ricevere 531 milioni di euro. Per il 2010 -2011 le scuole paritarie dovrebbero ricevere dallo Stato 518 milioni.

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