Tavernola, un boato alle 19.30
Franata l'ex miniera «Ognoli»

Tutta la notte gli uomini della Protezione civile di Tavernola avevano presidiato la zona della frana, dove lunedì sera, 22 novembre, verso le 19,30 si è staccata l'«attesa» frana di circa 4.500 metri cubi dall'ex miniera Ognoli.

È caduta. La frana che da alcuni giorni minacciava pericolosamente il cementificio Sacci di Tavernola lunedì sera si è staccata dal versante roccioso della ex miniera Ognoli e ha ricoperto la strada che collega la frazione di Cambianica alla strada per Parzanica.

In base ai primi calcoli, si stima che siano scesi sulla bretella quasi cinquemila metri cubi di materiale. Fortunatamente non risulta nessun disperso e i danni alla strada e al cementificio sono stati contenuti.

L'allarme è scattato poco dopo le 19,30: alcuni abitanti di Cambianica e l'operaio di turno all'interno dello stabilimento hanno sentito un boato; nel giro di pochi secondi dalla parete rocciosa sono scesi massi e detriti. Le pietre sono rotolate velocemente a valle, scavalcando anche le reti di protezione installate ieri pomeriggio e finendo sulla strada che passa alle spalle del cementificio.

Il sindaco Massimo Zanni era a Bergamo e, appena informato, si è precipitato a Tavernola: «Sono arrivato alle 20,15 circa. Una volta in paese, ho raggiunto il bivio tra la rivierasca e la strada che conduce a Parzanica. Da qui abbiamo iniziato a guardare quel che era successo: c'era buio, si vedeva la polvere nell'aria e si sentiva ancora qualche tonfo». Una volta che la situazione si è stabilizzata, il primo cittadino, insieme al vicesindaco Matteo Sorosina e all'assessore Sergio Rinaldi, con il coordinatore della Protezione civile Francesco Morzenti e con Enrico Siviero, direttore dello stabilimento Sacci, e altri dipendenti del cementificio, hanno effettuato un primo sopralluogo avvicinandosi alla frana.

«Una scena così non l'avevo mai vista – racconta Zanni –: la frana ha occupato circa centosessanta metri della bretella di Cambianica (lunga in tutto circa settecento metri), dividendola in due tronconi. Nel punto più ampio credo che il fronte arrivi a venti metri di altezza con massi di tre metri cubi».

I primi massi caduti sono stati trattenuti dalle reti di protezione e gran parte di questi si è fermata sulla strada, ma ci sono state pietre scese fino al piazzale superiore del cementificio e ai tornanti della strada che conduce a Parzanica: «Questa è la dimostrazione – commenta il primo cittadino – che chiudere la strada è stata una scelta giusta. Mi dispiace per le lamentele arrivate da imprenditori e abitanti di Parzanica, ma se la strada fosse stata aperta al traffico potevano esserci conseguenze ben più gravi».

Il direttore della Sacci Enrico Siviero è consapevole del pericolo scampato: «È successo quanto si prevedeva ormai da alcuni giorni: fortunatamente già in estate avevamo posato un primo sistema di barriere e oggi (ieri, lunedì, ndr) un altro sistema di protezioni che hanno svolto il loro compito, impedendo che il materiale franato finisse addosso allo stabilimento. Si è danneggiato un nastro trasportatore, ma tutto è avvenuto in una zona dello stabilimento evacuata già da qualche giorno».

Alle 23 di lunedì il sindaco Zanni di ritorno da Parzanica dichiara: «È andata bene».

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