Uffici comunali, riorganizzazione al via
L'opposizione: scomparsa l'area cultura

Cinque aree e 13 direzioni: Palafrizzoni rivede la struttura organizzativa «all'insegna della razionalizzazione e del recupero di efficienza» spiega l'assessore al Personale Marcello Moro. Con una polemica già in atto dall'opposizione: «Grave la scomparsa dell'area della cultura».

Cinque aree e 13 direzioni: Palafrizzoni rivede la struttura organizzativa «all'insegna della razionalizzazione e del recupero di efficienza» spiega l'assessore al Personale Marcello Moro. Il primo via libera – all'unanimità – è arrivato dalla Giunta due settimane fa. «In sostanza passiamo dalle precedenti 6 direzioni e 44 tra settori, agenzie e divisioni ad una struttura molto più snella e crediamo efficace. Prima c'era una situazione molto parcellizzata con confusione tra competenze: spesso era difficile capire chi facesse cosa, con conseguente dispersione di risorse ed energie».

Nell'organizzazione ancora più centrale diventa la figura della direzione generale, che acquisisce anche la competenza diretta sulle risorse umane, compresi gli aspetti previdenziali e retributivi. Alla medesima figura fanno capo anche lo sviluppo dei progetti trasversali e la pianificazione e controllo direzionale. All'area affari istituzionali fanno invece capo la direzione assistenza agli organi e contratti e appalti; all'area risorse finanziarie la direzione bilanci e servizi finanziari, nonché i servizi a rete e patrimonio, prima di competenza dei lavori pubblici; all'area politiche del territorio, la direzione pianificazione urbanistica, quella dell'edilizia privata e attività economiche e la mobilità, ambiente e innovazione all'area lavori pubblici fanno capo tre direzioni: gestione Pop e piani del verde, infrastrutture e arredo urbano, edilizia comunale e cimiteriale. Infine c'è l'area cultura e servizi alla persona con due direzioni: servizi sociali ed educativi, cultura e turismo. Un accorpamento che farà discutere, anche perché al tirar delle somme cresce un dirigente.

E subito arriva la prima polemica: «La modifica della struttura organizzativa del Comune ci allarma e ci preoccupa. Balza subito agli occhi la scomparsa dell'area Cultura», commenta la Lista Bruni.
«Il patrimonio storico, artistico e culturale di Bergamo è una ricchezza della città e la sua valorizzazione non può non rappresentare un elemento strategico dell'azione amministrativa. Il declassamento della Cultura, da area a direzione, comporta che nel vertice aziendale, non sarà più prevista la presenza del dirigente» spiegano i consiglieri Bruni, Ghisalberti, Fusi, Paganoni e Zenoni. «Il ruolo dell'assessore (già dimezzato perché incomprensibilmente privata della delega al Turismo), ne esce così ulteriormente indebolito. Chiediamo al sindaco come si possa conciliare questa scelta con la candidatura di Bergamo a Capitale europea della cultura 2019 e con il sostenere che il turismo è una priorità del mandato».

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 7 dicembre

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