Decreto svuotacarceri in atto
Ma a Bergamo ne esce solo uno

L'hanno chiamato decreto svuotacarceri, ma a un mese dall'applicazione della legge che prevede la detenzione domiciliare per i detenuti che devono scontare fino a 12 mesi di pena residua, dalle carceri lombarde sono uscite 51 persone, da quella di Bergamo solo una.

L'hanno chiamato decreto svuotacarceri, ma le galere sono ancora piene. Anzi, piene più che mai. A un mese dall'applicazione della legge che prevede la detenzione domiciliare per i detenuti che devono scontare fino a 12 mesi di pena residua, dalle carceri lombarde sono uscite 51 persone, da quella di Bergamo solo una.

Le previsioni erano molto più ottimistiche: sulla carta, infatti, erano almeno 80 i detenuti di via Gleno che potevano beneficiare di questa nuova misura. Eppure solo una cinquantina sono stati segnalati per l'istruttoria, e solo uno, ad oggi, ha «superato l'esame» e sta scontando quel che rimane della pena a casa. Bergamo non è certo un'eccezione. Pochi giorni fa Radio Carcere ha reso noto che in tutta Italia le concessioni sono appena qualche decina su una popolazione carceraria che sfiora le 70 mila unità (massimo storico in Italia).

Nemmeno quindi il decreto svuotacarceri ha risollevato la situazione del carcere di via Gleno, che si trova in una condizione di sovraffollamento cronico (520 detenuti a fronte di una capienza massima di 380) e con una sezione penale nuova di zecca, ma utilizzata a metà perché il personale non è sufficiente.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 22 gennaio

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