Fusione Sea e Sacbo
Prudente il centrosinistra

Molto prudente, tendenzialmente contrario. Sulla possibilità di fusione Sacbo-Sea il centrosinistra ci va con i piedi di piombo. Con Roberto Bruni che auspica «un Patto di sindacato rafforzato, capace cioè di intervenire sulle scelte strategiche».

Molto prudente, tendenzialmente contrario. Sulla possibilità di fusione Sacbo-Sea il centrosinistra ci va con i piedi di piombo. «Premesso che sarebbe utile che i soci bergamaschi non si muovano in ordine sparso», esordisce l'ex sindaco Roberto Bruni, auspicando «un Patto di sindacato rafforzato, con poteri al di là del semplice blocco attuale, capace cioè di intervenire sulle scelte strategiche».

«Orio ha delle sue specificità sia in termini di presenza territoriale che di impatto ambientale che vanno salvaguardate» prosegue Bruni che però non nasconde «il rischio di un isolamento bergamasco in questo risiko, particolarmente interessante soprattutto ad est». E il riferimento è alle grandi manovre sull'asse Brescia-Verona-Trento con possibile coinvolgimento di Monaco di Baviera. «Sarebbe quindi auspicabile definire prima il ruolo di ogni scalo e nel contempo anche scambi sinergici. Ipotizzare un'operazione societaria senza prima mettere a fuoco questi aspetti ci sembra voler partire dal fondo della questione, anziché dalla testa». E secondo il capogruppo della Lista Bruni «va rilevata l'assenza politica della Regione, alla quale spetta un ruolo di coordinamento».

D'accordo Elena Carnevali, capogruppo Pd a Palafrizzoni: «La prima esigenza è proprio capire i termini della questione. Il punto vero è capire quale sia la strategia che c'è dietro, che non può essere solo l'ingresso a Piazza Affari di Sea o i suoi importanti investimenti sullo scalo di Malpensa».

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 17 febbraio

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