Soluzioni per gli assegni di invalidità
Bergamo aspetta risposte concrete

I ritardi sarebbero dovuti alla non integrazione del nuovo sistema informatico Inps con le procedure dell'Asl. A dichiararlo il direttore dell'ente di Bergamo, su richiesta deisindacati per una verifica sui ritardi delle pratiche di invalidità civile.

I ritardi sarebbero dovuti alla non integrazione del nuovo sistema informatico Inps con le procedure dell'Asl. A dichiararlo Tullio Ferretti, direttore dell'Inps di Bergamo su richiesta delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil e rispettivi patronati, per una verifica della situazione relativa ai ritardi che hanno subito e stanno ancora subendo le pratiche di invalidità civile.

Per evitare il blocco totale e la paralisi l'Inps territoriale ha deciso, sempre secondo il direttore, di utilizzare a fianco della procedura informatica, che viene comunque adottata, la vecchia procedura cartacea manuale che deve essere successivamente inserita nel programma Inps con procedure lunghe e laboriose. È in corso ora lo smaltimento dell'arretrato da ottobre 2010 in poi (circa 6-7.000 pratiche), operazione che comporterebbe secondo l'INPS ancora un mese di tempo.

Per evitare il formarsi di nuovo arretrato l'Inps nazionale ha deciso di applicare integralmente la norma del «silenzio- assenso» che consente dopo 60 giorni di ritardo nella risposta, di ritenere approvata la domanda. Questo significa che i tempi, d'ora in avanti, saranno ordinariamente di circa tre mesi (60 giorni per il silenzio assenso e un mese per la lavorazione). «Dall'incontro - spiegano i sindacati - è risultato evidente che l'introduzione della nuova procedura informatica (unica nazionale) dell'INPS è stata avviata senza condividere regole e protocolli comuni con le ASL (che hanno ciascuna programmi e sistemi diversi), una condivisione necessaria che, ancora a tutt'oggi, non pare acquisita. Non ci sono pertanto (sempre secondo Ferretti) le premesse perché i tempi di attesa si accorcino significativamente e si rende quindi necessaria un'azione, a livello regionale, perché Inps e Regione Lombardia, da cui dipendono le singole ASL, si dotino finalmente di regole comuni evitando di prolungare i disagi per questa parte di popolazione già svantaggiata da condizioni di disabilità».

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