Yara, non è un delitto organizzato
Sui suoi abiti non c'è alcun taglio

Anche se il riserbo degli inquirenti su quanto emerso fino ad oggi dall'autopsia sul cadavere di Yara Gambirasio continua ad essere massimo, si cominciano a conoscere alcuni punti fermi su cui gli investigatori stanno indirizzando i propri sforzi.

Anche se il riserbo degli inquirenti su quanto emerso fino ad oggi dall'autopsia sul cadavere di Yara Gambirasio continua ad essere massimo, si cominciano a conoscere alcuni punti fermi su cui gli investigatori stanno indirizzando i propri sforzi. Il primo è legato agli abiti della ragazzina, una vera miniera di dati dai quali si sta cercando di individuare materiale estraneo alla 13enne di Brembate Sopra per estrarre un profilo genetico che possa poi ricondurre all'assassino.

Si tratta di un lavoro piuttosto lungo, connesso anche alla tempistica necessaria per svolgere una serie di specifici esami di laboratorio, ma in grado di dare i risultati sperati.

Sugli abiti di Yara non c'è nessuna coltellata, il che significa che le lesioni trovate su cadavere della giovane ginnasta - sempre ammesso che siano riconducibili ad un'arma da taglio e non agli oltre 90 giorni trascorsi in un campo, all'aperto - sarebbero state fatte su un corpo che non indossava vestiti o comunque dopo aver sollevati. Se di coltellate si tratta, una sola è considerata abbastanza profonda, ma forse nessuna è stata mortale, tanto che si ipotizza che Yara possa essere stata soffocata o strangolata.

Solo gli slip sono stati trovati tagliati su un lato, ma dai primi esami non sono comunque emersi evidenti segni di violenza sessuale.

Il tutto, infine, sarebbe riconducibile non a un delitto organizzato, ma a una situazione sfuggita di mano, disordinata, la classica situazione in cui chi compie un delitto commette anche diversi errori.

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