Sala giochi, Calolzio è divisa
Distrae i giovani o è un'impresa?

Sala giochi sì, sala giochi no. A Calolziocorte la polemica impazza: da una parte chi è preoccupato che il locale distragga gli studenti della vicina biblioteca, dall'altro chi sostiene che esiste la libertà d'impresa.

Sala giochi sì, sala giochi no. A Calolziocorte la polemica impazza: da una parte chi è preoccupato che il locale previsto sotto la centralissima piazza Vittorio Veneto distragga gli studenti della vicina biblioteca, dall'altro chi sostiene che s'ha da fare, perché esiste la libertà d'impresa.

Il tema, oggetto di un vivace dibattito pubblico giovedì, approderà anche in consiglio comunale. L'argomento giovedì è stato al centro di una seduta pubblica della Commissione comunale territorio, cui hanno partecipato almeno 80 persone.

A portare avanti il fronte del «no» Raffaella Caroi, presidente del comitato genitori dell'Istituto comprensivo «Alessandro Manzoni» di via Nullo: «Installare lì un locale di questo genere – ha detto – sarebbe una distrazione per i ragazzi che invece dovrebbero studiare in biblioteca. E poi ci sono gli aspetti della cosiddetta dipendenza: lì sono previsti slot machine e videopoker. Insomma, sarebbe meglio ripensarci. O almeno non aprire in quel punto...».

Dall'altra parte il sindaco Paolo Arrigoni (Lega), a spiegare la posizione del Comune richiamando anche l'articolo 41 della Costituzione, «che tutela la libertà d'impresa».

Tutti i dettagli su L'Eco di Bergamo del 12 marzo

© RIPRODUZIONE RISERVATA