Trovati idrocarburi sotto l'ex Enel
Via alla bonifica, vertice con l'Arpa

Il 24 marzo i tecnici faranno il punto sulla bonifica in corso nell'area ex Enel tra via Diaz e via Mazzini, dove gli scavi hanno portato alla luce depositi di terreno argilloso contaminato da idrocarburi. Avviata la bonifica, vertice con l'Arpa.

Il 24 marzo i tecnici faranno il punto sulla bonifica in corso nell'area ex Enel tra via Diaz e via Mazzini, dove gli scavi hanno portato alla luce depositi di terreno argilloso contaminato da idrocarburi. «Niente di diverso da quello che ci si aspetta in queste situazioni», spiega Mauro Di Toro, dirigente dell'Arpa di Bergamo, l'Agenzia regionale protezione ambiente, alla quale spetta il controllo del procedimento di bonifica affidato alla Despe di Torre de' Roveri.

«A seconda della tipologia dei luoghi, i progetti di bonifica prendono in considerazione la caratterizzazione, cioè la ricerca, di differenti sostanze nocive - dicono gli esperti impegnati nella bonifica -. Nel caso di impianti come questo il progetto di bonifica monitora la presenza di idrocarburi, soprattutto Ipa, idrocarburi policiclici aromatici e metalli come cromo e piombo. L'Arpa ha richiesto anche la ricerca di cadmio e mercurio».

«È stato chiesto di procedere velocemente e tutto il terreno scavato è stato subito portato in una discarica autorizzata. Non ci aspettavamo il ritrovamento anche di due vasche in disuso, molto vecchie, piene di macerie contaminate da idrocarburi».

«I depositi devono essere davvero molto vecchi - commenta Mario Lenta, direttore tecnico dal 1965 al 1993 - perché già al mio arrivo nell'area c'erano solo uffici e la palazzina più vecchia, al primo e secondo piano era adibita a magazzino. Difficile immaginare che cosa fosse in origine la sostanza trovata. Se si va indietro nel tempo potrebbe trattarsi di olio di raffreddamento, che poi negli impianti più moderni è stato sostituito da sistemi di raffreddamento ad aria».

«La bonifica - spiegano alla Despe - è partita a dicembre. Il procedimento prevede il carotaggio del terreno, l'analisi dei campioni e poi lo scavo per togliere il materiale inquinato. Si continua a scavare e controllare finché tutto il materiale a rischio viene asportato e sostituito con terreno sano e l'area può essere edificata».

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