Yara, i genitori delle ginnaste:
«Giusto fare i prelievi del Dna»

«Trovo giusto che ci sia stato chiesto un campione di saliva per l'estrazione del nostro Dna: servirà alle indagini, per escludere subito eventuali piste investigative non buone e concentrarsi su altro, senza perdere tempo». Parole del papà di una ginnasta.

«Trovo giusto che ci sia stato chiesto un campione di saliva per l'estrazione del nostro Dna: servirà alle indagini, per escludere subito eventuali piste investigative non buone e concentrarsi su altro, senza perdere tempo». Parole del papà di una ginnasta, compagna di Yara, che come molti altri genitori è stato sottoposto nei giorni scorsi al tampone per l'estrazione del Dna.

«Per quanto mi riguarda - ha detto il genitore - sono assolutamente d'accordo con questa iniziativa degli inquirenti: se io facessi l'investigatore lo farei a tutti, il prelievo. Lo farei - aggiunge - alle persone che erano a contatto con Yara, anche alle nostre stesse figlie: loro, ad esempio, frequentavano gli stessi luoghi di Yara, ad esempio gli spogliatoi della palestra. Chi ci dice che il Dna trovato sui guanti di Yara non sia il loro? Meglio subito sgombrare il campo da possibili dubbi».

In questi giorni a Brembate qualcuno s'interroga se la cerchia delle persone da sottoporre alla prova non debba essere ampliato, proprio per proseguire nell'opera di esclusione cominciata dal centro sportivo. «Noi cittadini siamo ovviamente disponibili a farci prelevare il Dna - spiega il sindaco di Brembate Sopra, Diego Locatelli - ma ovviamente l'iniziativa deve avere una logica, un interesse investigativo, altrimenti non ha senso. Non credo che possa partire dalla gente: devono essere gli inquirenti, eventualmente, a ritenerlo opportuno».

Sono diverse decine i profili genetici sin qui acquisiti dagli inquirenti nell'ambito dell'indagine sulla morte di Yara Gambirasio. Fra i tanti - secondo indiscrezioni - ci sarebbero anche quelli di alcuni operai che lavorano o hanno lavorato al cantiere ex Sobea di Mapello, considerato per parecchio tempo un luogo chiave della vicenda.

Leggi di più su L'Eco di venerdì 18 marzo

© RIPRODUZIONE RISERVATA