«Carcere affollato ma ben messo»
L'Idv: sta meglio di quello bresciano

Un giro per le carceri italiane per monitorare la situazione. Lo stanno fecendo i deputati dell'Idv Sergio Piffari e Ivan Rota che hanno visitato il complesso del Gleno e, prima ancora, il carcere di Brescia e Mantova. «Nonostante l'affollamento, i servizi sono garantiti».

Un giro per le carceri italiane per monitorare la situazione e per verificare i servizi offerti. Lo stanno fecendo i deputati dell'Idv Sergio Piffari e Ivan Rota che hanno visitato il complesso del Gleno e, prima ancora, il carcere di Brescia e Mantova. «Nonostante l'affollamento, i servizi sono garantiti - dicono - e la situazione è migliore rispetto alla struttura di Brescia e Mantova. Ora bisogna però tenere monitorati i tempi della realizzazione del nuovo padiglione. Oltre agli spazi sarà necessario anche garantite nuove attività e servizi».
Questo perchè «l'emergenza carceri in Italia non si riduce a una questione di posti letto o cortili per l'ora d'aria – ha dichiarato Sergio Piffari – ma le questioni sono molto più complesse e delicate. La tutela dei minori, ad esempio, o la necessità di offrire un percorso reintegrativo educazionale che consenta il conseguimento di un livello minimo di scolarizzazione o anche il reinserimento nel mercato del lavoro, sono questioni che non possono essere dimenticate. Per non parlare poi dell'esigenza di garantire l'integrazione tra detenuti, in considerazione dell'elevata percentuale di detenuti extracomunitari, che anche a Bergamo sfiora il 60%. Il carcere di Bergamo – ha concluso Piffari - è una delle migliori strutture presenti in Lombardia, e ciò è possibile grazie alla straordinaria professionalità di dirigenti e operatori, tuttavia le carenze di personale e il taglio delle risorse, in particolare il congelamento dei 200 milioni della "Cassa Ammende", complica maledettamente una situazione di forte disagio che colpisce inevitabilmente gli stessi operatori».

Poi una considerazione sul decreto di legge che consente la detenzione domiciliare per chi deve scontare condanne inferiori a un anno. Il provvedimento, definito «svuota carceri» per tamponare la situazione di sovraffollamento nei penitenziari, a Bergamo non ha riscosso molto successo, utilizzato a oggi solo per quattro casi su una popolazione carceraria di 540 detenuti. La legge è stata definita come un «provvedimento ponte» fino all'approvazione del piano Alfano per la costruzione di nuovi penitenziari e in attesa di una riforma della disciplina complessiva delle norme sulle misure alternative alla detenzione.

«Il messaggio che Idv vuole lanciare da Bergamo – ha aggiunto Ivan Rota – è che non si può continuare a occuparsi della questione carceri con "slogan" e "luoghi comuni". La percentuale di detenuti stranieri ed extracomunitari dimostra come sia insostenibile la pretesa di voler fermare l'immigrazione senza avviare un serio percorso di integrazione, così come è palesemente falso lo slogan sulle espulsioni. Tanti i detenuti che dopo mesi non hanno ancora ottenuto risposta positiva alle loro spontanee domande di espulsione, meno costose per la collettività rispetto alla detenzione. Oltre ai delinquenti, le nostre carceri ospitano tanti, troppi, disperati che delinquono e per questo la prevenzione, la formazione e l'istruzione devono essere irrinunciabili percorsi paralleli alla condizione detentiva».

© RIPRODUZIONE RISERVATA