Rifiuti, Provincia contro Rea
«I Comuni conferiscano altrove»

Non c'è pace tra la Provincia di Bergamo e la Rea, la società che gestisce l'inceneritore di Dalmine. Lo strappo risale all'inverno scorso, quando la Rea aveva unilaterlamente ritoccato le tariffem facendo segbnare un secco +63%.

Non c'è pace tra la Provincia di Bergamo e la Rea, la società che gestisce l'inceneritore di Dalmine destinato alla smaltimento dei rifiuti della gran parte dei Comuni della Bergamasca. Lo strappo risale all'inverno scorso, quando la Rea aveva unilaterlamente ritoccato le tariffem facendo segbnare un secco +63%.

Da allora in poi i rapporti tra i due enti sono sempre stati particolarmente tesi, tanto che al termine della Giunta provinciale di lunedì, il presidente della Provincia, Ettore Pirovano, e l'assessore all'Ambiente, Pietro Romanò, sono stati chiarissimi: se la questione rincari non si sistema, le Amministrazioni comunali si guardino in giro e cerchino tariffe più convenienti. Il tutto corroborato da una circolare regionale del 2009 che, sostanzialmente, autorizza i Comuni a conferire i rifiuti dove meglio credono, anche fuori provincia, se vengono soddisfatti i criteri di economicità.

Il messaggio di Pirovano non è dunque da sottovalutare se si tiene conto che i Comuni che conferiscono a Rea sono 210, per circa 150 mila tonnellate di immondizia bruciate in un anno nell'inceneritore. I conti sono presto fatti.

La Provincia assicura inoltre che affiancherà i Comuni in questa delicata fase, precisando, però, «che spetta sempre ai Comuni fare i contratti con l'inceneritore».

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