Il vescovo in Provincia: «La Pasqua
si testimonia anche con l'accoglienza»

«La Pasqua è una festa non solo per i credenti, che sono comunque investiti di una grande responsabilità: essere portatori di un seme di speranza. E fra questi semi non può non esserci quello dell'accoglienza». Così il vescovo di Bergamo al consiglio provinciale.

«La Pasqua è una festa non solo per i credenti, che sono comunque investiti di una grande responsabilità: essere portatori di un seme di speranza. E fra questi semi non può non esserci quello dell'accoglienza». Così il vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi, al consiglio provinciale.

Mons. Beschi ha incontrato nella sede di via Tasso, per gli auguri pasquali, il consiglio e la giunta provinciali. È stato accolto dal presidente del consiglio Roberto Magri, che ha introdotto gli interventi, e dal presidente Ettore Pirovano.

«In questi giorni di fermento e tensione per i problemi legati all'immigrazione - ha detto Pirovano - il nostro vescovo e la Curia sono riusciti a dimostrare concretamente, e con grande discrezione, la vera solidarietà, accogliendo i profughi attraverso la Caritas, senza che nessuno avesse da obiettare».

«Il consiglio provinciale è chiamato a svolgere un servizio importante per i cittadini - ha esordito il vescovo -. La Pasqua è una festa non solo per i credenti, che sono comunque investiti di una grande responsabilità, quella di essere portatori di un seme di speranza. È un dovere morale per chi intende testimoniare a tutti la fede vivente in Cristo risorto, segno di riscatto e libertà. E tra questi semi di cui dobbiamo essere portatori non poteva non esserci l'accoglienza concreta e discreta a quelle persone che giungono a noi dai Paesi vicini del Mediterraneo».

Mons. Beschi ha poi stretto le mani e fatto personalmente gli auguri a tutti gli intervenuti. In precedenza il presidente Pirovano gli aveva consegnato i doni della Provincia, due libri e una medaglia.

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