Bergamo, in arrivo 60 profughi:
dagli albergatori nessun riscontro

Dovrebbero essere 600 i profughi in arrivo a partire da giovedì in Lombardia da Lampedusa. A Bergamo ne sono attesi 60: si tratta di persone in fuga per il peggioramento del conflitto in Libia, la maggior parte nativi di altri Paesi nord e centro-africani.

Dovrebbero essere 600 i profughi in arrivo a partire da giovedì in Lombardia da Lampedusa. A Bergamo ne sono attesi 60: si tratta di persone in fuga per il peggioramento del conflitto in Libia, la maggior parte nativi di altri Paesi nord e centro-africani.

Lo ha annunciato Leonardo Carioni, presidente dell'Unione province lombarde, al termine di un summit a Milano a cui ha partecipato anche Roberto Giarola, figura individuata dal Commissario straordinario per l'emergenza immigrazione, Franco Gabrielli, per identificare le destinazioni dei profughi sul territorio lombardo.

All'incontro era presente anche l'assessore alla Protezione civile della Provincia di Bergamo, Fausto Carrara. Le province lombarde si sono dimostrate pronte e disponibili a fare la loro parte anche se non mancano problemi logistici da risolvere, a partire dal trovare un alloggio temporaneo.

Esclusa l'eventualità di allestire tendopoli, mentre si cercano soluzioni alternative a partire dai centri di accoglienza, la disponibilità di ong, ma anche strutture ricettive di vario genere. Per esempio è stata chiesta la disponibilità ad ospitare i profughi in alberghi attraverso la rete di Federalberghi.

«Stiamo diramando la nota inoltrata da Federalberghi – conferma infatti Oscar Fusini, vicedirettore di Ascom Bergamo – per valutare la disponibilità degli albergatori bergamaschi. Ma – aggiunge – a oggi non abbiamo avuto nessun riscontro».

«Abbiamo dato la disponibilità ad accogliere fino a 60 profughi – spiega l'assessore Carrara –: si tratta di poche persone per cui è inutile generare allarmismi. Inoltre sono persone che hanno già avviato una richiesta di asilo politico. Sono state sottoposte quindi a una serie di verifiche e non rappresentano un problema per la sicurezza dei nostri residenti».

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