Mobilità alternativa: è possibile?
Tavola rotonda a Palafrizzoni

Si è tenuta sabato mattina la tavola rotonda «Mobilità alternativa è possibile e come?» promossa dall'Aribi (Associazione per il rilancio della bicicletta). A confronto le «politiche ciclistiche» di Bergamo, Reggio Emilia e Venezia.

Qual è il modo migliore di spostarsi in città? Ha provato a dare una risposta la tavola rotonda promossa dall'Aribi (Associazione per il rilancio della bicicletta) tenuta sabato mattina nella sala Simoncini di Palafrizzoni.

Durante l'incontro del 21 maggio, «Mobilità alternativa è possibile e come?», moderato da Paolo Aresi, giornalista de «L'eco», si sono messe a confronto le «politiche ciclistiche» di Bergamo, Reggio Emilia e Venezia-Mestre. «Nel giro di un paio d'anni siamo passati dal 15% al 25% di veneziani che utilizzano sistematicamente la bicicletta, – ha spiegato Roberto di Bussolo, funzionario tecnico per il territorio e la mobilità del Comune di Venezia - non è stato solo merito delle piste ciclabili, ma anche di una sistemazione di tutte le strade».

Secondo Gloria Gelmi, mobility manager della provincia di Bergamo, nella nostra città più che concentrarsi sulle bici, prima bisogna prima cercare di ridurre le auto in circolazione. «Soprattutto in alcune parti della provincia dove il servizio pubblico non è capillare, è necessario pensare a nuovi sistemi di mobilità flessibile personalizzati, come il car pooling, o al car sharing».

Intervenuto anche Federico Carnazzi, vicepresidente dell'Aci di Bergamo: «Il tema della mobilità per favorire la bicicletta non deve essere affrontato contro l'automobile ma in un'ottica scientifica. In merito alle nostre piste ciclabili, ad esempio, il problema è quale obiettivo vogliamo raggiungere. Solo una pedelata ristoratrice, favorire il turismo, o l'alternativa all'auto e alla moto per andare a lavorare?».

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