Revocato l'obbligo di dimora
ma al «Bocia» resta il daspo

Novità per il «Bocia», all'anagrafe Claudio Galimberti. Il gip ha accolto l'istanza dei legali revocando l'obbligo di dimora a Bergamo città e il divieto di lasciare l'abitazione dalle 12 alle 24 quando al Comunale gioca l'Atalanta. Resta il daspo.

Novità per il «Bocia», il leader ultrà atalantino all'anagrafe Claudio Galimberti. Il gip ha accolto l'istanza dei legali del tifoso, gli avvocati Andrea Pezzotta ed Enrico Pelillo, revocando le misure cautelari in atto dallo scorso 3 aprile che avevano sostituito il divieto di dimora nella Bergamasca con l'obbligo di dimora a Bergamo città e il divieto di lasciare l'abitazione da mezzogiorno a mezzanotte nelle giornate in cui al Comunale gioca l'Atalanta (anche in amichevole). Conclusosi il campionato, il gip ha accolto l'istanza, anche se rimane confermato nei suoi confronti il daspo.
 
Il divieto di dimora per il «Bocia» era scattato l'8 febbraio scorso, nell'ambito dell'indagine sugli scontri della tifoseria nerazzurra. Un fascicolo che contempla, oltre ai soliti reati da stadio, anche quello più grave di associazione per delinquere. Galimberti dell'inchiesta è l'indagato principe: per l'accusa, il sole attorno al quale ruotavano tafferugli, minacce, pressioni. È per lui e per cinque suoi fedelissimi che il pm Pugliese aveva chiesto il carcere. Il gip Viti aveva però concesso il divieto di dimora in Bergamasca per il capo della Nord e l'obbligo di firma per due «colonnelli» di curva, non individuando i gravi indizi per l'associazione a delinquere. Per l'accusa, oltre a dirigere strategicamente gli scontri (durante Atalanta-Inter del 13/12/09 Galimberti lascia inavvertitamente acceso il telefonino e i poliziotti della Mobile, che lo stanno intercettando, lo sentono dare ordini sul «campo», tra l'altro dopo essere stato in caserma a firmare il Daspo), per l'accusa il «Bocia» sarebbe anche stato in grado con la sua personalità di condizionare l'ambiente atalantino («Chi entra a fare parte della società o della squadra pare necessariamente mantenere contatti con lui», dicono le carte dell'inchiesta).

L'ultima condanna il «Bocia» l'aveva rimediata a fine febbraio a Pordenone, insieme ad altri 12 supporter nerazzurri: tre anni, condonati dall'indulto, per i disordini di Atalanta-Triestina del 31/7/04, durante il ritiro estivo a Piancavallo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA