Verdure bio all'orto solidale
È nato a due passi dalla città

Zucchine, erbette, insalata, coste «bio» sono i primi prodotti dei campi che l'associazione Opera Bonomelli e Nuovo albergo popolare hanno iniziato a coltivare. Si trovano nella zona della Trucca e da una settimana è possibile acquistarl.

Zucchine, erbette, insalata, coste «bio» sono i primi prodotti dei campi che l'associazione Opera Bonomelli e Nuovo albergo popolare hanno iniziato a coltivare. Si trovano nella zona della Trucca e da una settimana è possibile acquistarli al mercatino del sabato mattina al Villaggio degli Sposi o sul posto in via Guerrazzi tutti i giorni da lunedì a venerdì dalle 11 alle 12,30.

«Coltivare la terra mi piace. È faticoso ma dà grande soddisfazione vedere crescere la piante»: a parlare è Fabio Recanati che da alcuni mesi sta lavorando con grande passione al progetto «Orti e verdure per una vita sostenibile». 46 anni, un passato come carpentiere edile, un'esperienza nei campi iniziata con la cooperativa «Biplano» che collabora al progetto del Nap.

«Per ora gli inserimenti sono due, ma potremmo arrivare a quattro - spiega Giacomo Invernizzi, direttore della struttura di via Carnovali -. L'obiettivo del progetto è infatti offrire opportunità occupazionali agli ospiti del Nap, per i quali il lavoro riveste un'importanza fondamentale nella fase di reinserimento sociale».

Ma se gli orti rappresentano un progetto sostenibile per chi lavora, lo è anche dal punto di vista sociale ed ambientale: «Secondo obiettivo è promuovere attraverso la produzione, anche la vendita di verdure biologiche, un processo che porta la valorizzazione dei luoghi e delle persone. I consumatori entrano a far parte del progetto perché favoriscono l'inclusione sociale delle persone che provengono da situazioni di svantaggio», aggiunge Invernizzi.

Oltre agli investimenti del Nap, il progetto «Orti» ha ottenuto sostegno economico dalla Fondazione della comunità bergamasca e dalla Mia. Per gli aspetti sociali e culturali il progetto conta sulla collaborazione dell'associazione Decrescita felice e del coordinamento di Cittadinanza sostenibile, mentre per individuare terreni inutilizzati è intervenuta la Confederazione italiana agricoltori.

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