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Martedì 14 Giugno 2011
    Accoltella la fidanzata incinta
Marocchino condannato a 8 anni
    
            Davanti alla Corte d'Assise nella mattinata di martedì 14 giugno è stato condannato a 8 anni di reclusione per tentato omicidio Bouchta El Mouciqui, il marocchino che aveva accoltellato lo scorso agosto la fidanzata Nicoletta Gaspani, 25 anni di Capriate. La giovane aspettava un bambino.
        
Davanti alla Corte d'Assise nella mattinata di martedì 14 giugno è stato condannato a 8 anni di reclusione per tentato omicidio Bouchta El Mouciqui, il marocchino che aveva accoltellato la fidanzata Nicoletta Gaspani,  25 anni di Capriate. La giovane la notte fra il 28 e il 29 agosto  scorso era stata rinchiusa nella stanza dove viveva il fidanzato marocchino e  picchiata e accoltellata da quest'ultimo. 
La donna era stata portata agli  Ospedali Riuniti in gravi condizioni e qui s'era scoperto che aveva perso  il bambino che stava aspettando. Il pubblico ministero, dopo che El Mouciqui  era stato catturato, aveva contestato al marocchino il tentato omicidio  e il sequestro di persona, attendendo la perizia medica disposta dal pm  prima di formulare l'accusa di procurato aborto. A settembre scorso i risultati  degli esami clinici avevano evidenziato che non  ci sarebbe relazione fra il fendente e le botte subite da Nicoletta Gaspani  quella notte e la morte del bimbo. Il marocchino è quindi restato in carcere con l'accusa di tentato omicidio e sequestro  di persona e in tribunale martedì è stato assolto con formula piena (perchè il fatto non sussiste). 
L'uomo, che in Marocco ha una moglie, frequentava Nicoletta  da circa quattro mesi. La venticinquenne agli inquirenti ha rivelato che  già in precedenza lui l'aveva picchiata, probabilmente mentre era in preda  ad alcol e droga, per futili motivi. E così era andata anche la notte tra  sabato 28 e domenica 29 agosto. I fidanzati alle tre erano rientrati nella  stanza che lui aveva ricevuto in uso dalla Comunità Ruah, in un palazzo  di via Fermi a Colognola. All'improvviso era scoppiato il litigio, durante  il quale El Mouciqui aveva picchiato e accoltellato con un coltello da  cucina la fidanzata. Un fendente che le aveva perforato il fianco sinistro,  causandole una peritonite. Nonostante perdesse molto sangue e lo implorasse  di lasciarla andare, il nordafricano l'aveva tenuta chiusa a chiave nella  stanza. Solo sei ore dopo la ragazza era riuscita a recuperare le chiavi,  cadute di tasca a El Mouciqui, e a liberarsi. Scesa in strada, la donna  aveva incontrato una vicina che aveva chiamato i soccorsi. Nicoletta era  stata portata in ospedale in gravi condizioni. Solo dopo un intervento  la venticinquenne era stata dichiarata fuori pericolo.  Nel frattempo  il marocchino s'era dato alla fuga, raggiungendo Milano per tentare di  prendere un treno per la Francia e da lì fuggire in Marocco. Il problema  è che El Mouciqui non aveva i soldi per il biglietto. Aveva così cominciato  a chiedere prestiti ad amici e al datore di lavoro, titolare di una ditta  milanese per la distribuzione di volantini pubblicitari. Nessuno però,  saputo da giornali e tv che cosa aveva combinato, aveva osato aiutarlo.   El Mouciqui era stato arrestato due giorni più tardi dalla squadra mobile  di Bergamo sotto casa della sorella a Suisio, dove era giunto per chiedere  denaro.
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