Vertova (Verdi) e cartelli Berghèm:
«Quale è il municipio che vogliamo»

«Il dibattito sui cartelli Berghèm apre una discussione su quale è il municipio che vogliamo». Così scrive Pietro Vertova, consigliere comunale indipendente dei verdi a Bergamo. «Con - aggiunge -una critica preventiva al nuovo Regolamento della polizia locale».

«Il dibattito sui cartelli Berghèm apre una discussione su quale è il municipio che vogliamo». Così scrive Pietro Vertova, consigliere comunale indipendente dei verdi a Bergamo. «Con - aggiunge -una critica preventiva al nuovo Regolamento della polizia locale».

«L'assessore Invernizzi - dice Vertova - ha anticipato che inserirà nel nuovo Regolamento della polizia locale una serie di norme che ripropongono i contenuti di recenti ordinanze (in particolare quelle che prevedevano multe per prostitute e "accattoni"). Vorrei puntualizzare due aspetti, uno tecnico-giuridico e l'altro politico.

L'aspetto tecnico-giuridico. Una recentissima sentenza della Corte costituzionale ha circoscritto i poteri di ordine pubblico dei sindaci a situazioni "contingibili ed urgenti" (in cui cioè sia riscontrabile un'"eccezionalità"). Perchè? Per la cosiddetta "riserva di legge": solo gli atti aventi la "dignità di legge" possono regolamentare quelle situazioni in cui sono coinvolti i diritti e le libertà dei cittadini.

Pertanto eventuali norme introdotte nel nuovo Regolamento comunale della polizia locale (che ovviamente non ha la "dignità di legge") che andassero a incidere sulle libertà e i diritti soggettivi dei cittadini (su qualsiasi materia: accattonaggio, prostituzione, commercio etc...) risulterebbero incoerenti (per non dire tecnicamente eversive) nei confronti della "gerarchia delle fonti" riaffermata dalla recente sentenza della Corte costituzionale».
 
E continua: «L'aspetto politico. Prendendo seriamente la strategia leghista in tema di ordine pubblico appare del tutto evidente come la richiesta di autonomia locale della Lega Nord si risolva nella tremenda volontà di istituire un Municipio più autoritario dello Stato, arrogando a sè nuovi spazi di arbitrarietà nei confronti dei cittadini. L'esempio dell"accattonaggio" è illuminante.

Esistono nell'ordinamento statale norme che riconoscono la possibilità di chiedere l'elemosina confidando nella solidarietà altrui, così come norme ben articolate che tutelano le persone da eventuali violenze, molestie o usi strumentali di minori o animali. A cosa serve allora una normativa comunale sull'accattonaggio? Non certo a tutelare le persone! Serve soltanto a Sindaco e assessore per potersi atteggiare a "sceriffi" dei cittadini. Vogliono un Municipio più autoritario dello Stato!
 
Occorre desiderare un diverso municipalismo: una politica di rivendicazione allo Stato di più diritti (con relative responsabilità) per gli abitanti della città, riducendo e non aumentando gli spazi di arbitrarietà del potere politico ed economico nel decidere chi ha i diritti e chi invece no, chi fa parte della città e chi invece no. Un municipalismo che rivendichi nuovi diritti e responsabilità politiche come il suffragio universale, una più equa distribuzione del reddito, un welfare municipale più consono ai bisogni emergenti, la possibilità per tutti di formalizzare un'unione riconosciuta con la persona di cui si è innamorati».

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