Omicidio Barcella: in carcere
finisce anche un operaio 39enne

Un terzo uomo è stato fermato dai carabinieri nel primo pomeriggio di sabato 25 giugno nell'ambito delle indagini sull'omicidio di Santo Barcella dopo i due analoghi provvedimenti di venerdì 24. Si tratta di R. P., operaio del 1972 residente a Gorno, ma abitante a Casnigo.

Un terzo uomo è stato fermato dai carabinieri nel primo pomeriggio di sabato 25 giugno nell'ambito delle indagini sull'omicidio di Santo Barcella dopo i due analoghi provvedimenti di venerdì 24. Si tratta di R. P., operaio del 1972 residente a Gorno, ma abitante a Casnigo, già noto alle forze dell'ordine.

Nei suoi confronti il pubblico ministero Carmen Pugliese ha emesso in mattinata il terzo decreto di fermo di indiziato di delitto. Le sue responsabilità quale autore in concorso dell'omicidio sono emerse nelle ultime ore in seguito ai riscontri fatti dai militari tra gli elementi a suo carico già evidenziati nel corso dell'indagine e le dichiarazioni rilasciate dai primi due fermati all'atto dell'arresto.

Anche il 39enne operaio si trova in carcere a Bergamo in attesa della convalida del provvedimento da parte del gip. Il cadavere di Santo Barcella, 70 anni, pregiudicato di Clusone, era stato trovato il 22 marzo scorso in un sacco dell'immondizia a Gandino. Il movente dell'omicidio sarebbe da collocare nell'ambito di controversie per affari e di una probabile truffa.

Le indagini si erano rivolte da subito verso la pista del regolamento di conti: Santo Barcella, infatti, aveva precedenti penali - piuttosto datati - per truffa, ricettazione e reati finanziari, e nel 1999 era stato anche sorvegliato speciale.

Subito dopo il ritrovamento del corpo, nei boschi sopra Gandino, i carabinieri avevano iniziato a interrogare parenti, amici, ex soci in affari, conoscenti dell'artigiano edile. I suoi telefoni erano stati controllati per ricostruire i contatti - personali e professionali - avuti da Barcella nei giorni e nelle ore precedenti la scomparsa, avvenuta il 7 novembre scorso.

Evidentemente raccogliendo testimonianze e riscontri tecnici, i carabinieri sono riusciti a restringere il cerchio. Santo Barcella era scomparso il 7 novembre da Clusone, dove viveva in via Sant'Alessandro insieme alla moglie Ornella Mistri. Era uscito con la sua Mercedes 200 senza spiegare dove sarebbe andato, poi il suo cellulare si era spento e lui era svanito nel nulla.

Uno dei due figli aveva presentato denuncia di scomparsa ai carabinieri di Gandino e il pm Carmen Pugliese aveva aperto un fascicolo. Pochi giorni dopo la scomparsa, la Mercedes dell'artigiano era stata ritrovata nel piazzale superiore dell'area commerciale ex Dobenca, a Casnigo. Le ricerche erano proseguite senza esito, la fotografia di Barcella era stata mostrata ai residenti e ai commercianti della zona, ma senza esito.

La svolta il 22 marzo: un'escursionista aveva trovato un sacco di juta plastificata a lato di una strada nei boschi di Gandino. Insospettita, lo aveva smosso con un bastone finché aveva visto una scarpa fuoriuscire dall'involucro. Nonostante il corpo fosse già in avanzato stato di decomposizione, la corporatura robusta e i vestiti, gli stessi segnalati dai familiari il giorno della scomparsa, avevano fatto subito capire ai carabinieri di Gandino che si trattava dell'uomo che stavano cercando da quattro mesi.

L'autopsia aveva poi stabilito che Barcella era stato ucciso con un taglio alla gola.

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