Arcene, rubate un'altra volta
le corone della Madonnina

Quelle storiche, posate nel 1946 per il centenario del santuario, erano state rubate a febbraio. Ma giovedì mattina, quando don Tino ha aperto il santuario, la più amara delle sorprese: le due corone in argento dorato, ornate di pietre dure e agganciate all'affresco, erano scomparse.

Quelle storiche, posate nel 1946 in occasione del centenario del santuario, erano state rubate a febbraio di quest'anno. Il parroco don Tino Zanchi si era allora rivolto alla generosità della sua comunità e il 13 maggio, festa della Madonna di Fatima, le nuove corone dell'Addolorata e del Cristo che la Vergine tiene in grembo nell'affresco del santuario della Madonna delle Lacrime ad Arcene, erano state benedette.

Ma giovedì mattina, quando don Tino ha aperto il santuario, la più amara delle sorprese: le due corone in argento dorato, ornate di pietre dure e agganciate all'affresco, erano scomparse. «Rubate, ancora una volta» dice sgomento il parroco.

Costretto a una decisione che gli costa moltissimo, «perché la venerazione per la Madonnina di Arcene è molto sentita e tanti fedeli nel corso della giornata sostano nel santuario per una preghiera», don Tino annuncia: «Dovrò chiudere le porte del santuario, almeno il pomeriggio».

La piccola chiesa di fronte alla parrocchiale nel cuore di Arcene, infatti, da sempre resta aperta sia la mattina che il pomeriggio, fino alle 18. «La mattina c'è più gente, quindi i balordi come quelli che hanno compiuto questo gesto così vile, dovrebbero stare alla larga. Ma di pomeriggio i malintenzionati hanno più facilità di azione».

I ladri sono entrati forse approfittando del fatto che in quel momento non c'era nessuno e hanno rotto il lucchetto della cancellata del sacello, dov'è conservato il venerato affresco della Madonnina, con le spade conficcate nel cuore a significare i sette dolori di Maria.

Per ricomprare le corone della Madonna e del Cristo deposto, rubate a febbraio, la comunità dei fedeli era stata molto generosa. Don Tino aveva così incaricato l'artista Franco Blumer di realizzare le due corone di pregevole fattura. Il loro valore, infatti, non è tanto il materiale, quanto la fattura artistica.

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