Pedemontana: aziende e cava
È un percorso ad ostacoli

Se i cantieri già avviati della Pedemontana vanno avanti spediti, sul fronte bergamasco ci si muove per trovare gli accordi con chi - suo malgrado - rientra nell'operazione e dovrà cedere terreni, imprese e aziende, per lasciare passare l'autostrada.

Se i cantieri già avviati della Pedemontana (sulla tratta A, dalla A8 a Cassano Magnago alla A9 a Lomazzo, e sulle tangenziali di Como e Varese) vanno avanti spediti, sul fronte bergamasco ci si muove per trovare gli accordi con chi - suo malgrado - rientra nell'operazione e dovrà cedere terreni, imprese e aziende, per lasciare passare l'autostrada.

«Vogliamo chiudere le negoziazioni entro l'estate», spiega Umberto Regalia, direttore generale di Autostrada Pedemontana lombarda. Un'operazione tutt'altro che semplice anche per chi lo fa per lavoro, dietro un esproprio si nascondono storie di lavoro e di vita.

«Ecco perché il nostro obiettivo è arrivare alla definizioni di accordi bonari - dice -. Finora ci siamo riusciti, basti pensare che oltre il 50 per cento delle demolizioni che abbiamo gestito, a parte due casi davvero minori, si sono concluse con la cessione volontaria dell'immobile. Vuol dire che abbiamo fatto un'offerta che è stata ritenuta congrua dal privato».

In Bergamasca la Pedemontana si innesta sull'A4, all'altezza di Osio Sotto, dove è previsto il maxisvincolo. Circa 18,5 chilometri di tracciato che interesseranno direttamente i comuni di Brembate, Bottanuco, Capriate San Gervasio, Filago e Osio Sotto. Ma con la viabilità locale di raccordo nella lista entrano anche Bonate Sotto, Bonate Sopra, Chignolo d'Isola, Madone, Suisio e Terno d'Isola.

Tutti interessati da opere di collegamento all'autostrada vera e propria. Cifre alla mano, sono in tutto 633 gli espropri orobici: 382 legati direttamente al passaggio della Pedemontana, 123 alla realizzazione della Greenway (il percorso ciclabile che corre parallelamente all'autostrada) e 128 per i progetti locali di compensazione ambientale.

I nodi davvero critici lungo la tratta bergamasca sono quattro, al massimo cinque. Ci sono le ditte Plastocap e Italtende di Filago, di fronte alla Bayer, che dovranno essere essere demolite perché «lì la strada ci va proprio sopra». C'è l'azienda agricola Teani, sempre a Filago, che dovrà essere abbattuta perché in quel punto è prevista la curva della Pedemontana che arriva in costa alla nuova area industriale di Capriate e Filago. E poi c'è la cava di Bottanuco.

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