Uniacque, D'Aloia presidente
Lievitano i costi del CdA

Diciannove le candidature, nove scremate dal Comitato di controllo, cinque, infine, proposte all'assemblea dei sindaci. Il Consiglio di amministrazione bello che fatto. Così, per i soci di Uniacque più che di un voto si è trattato di una ratifica di quella - che per molti degli intervenuti - «è stata una spartizione partitica».

Diciannove le candidature, nove scremate dal Comitato di controllo, cinque, infine, proposte all'assemblea dei sindaci. Il Consiglio di amministrazione bello che fatto. Così, per i soci di Uniacque più che di un voto si è trattato di una ratifica di quella - che per molti degli intervenuti - «è stata una spartizione partitica».

Nel prossimo triennio, a guidare la società di gestione del servizio idrico integrato in quasi tutta la Bergamasca, saranno, come da manuale Cencelli, Gianni D'Aloia (eletto presidente del Cda, in quota Pdl), Alberto Piccioli Cappelli (Lega), Mario Papalia (quota Pdl), Alberico Casati (Pd, unico riconfermato del Cda uscente) e Antonio Pezzotta, attuale presidente di Unigas. Per lui, in Uniacque, si profila un futuro da amministratore delegato, come lasciato intendere dal presidente della Provincia (azionista della società) Ettore Pirovano, spiegando che si è trattato di «scelte dettate non da una politica di parte, ma aziendale.

Su proposta di Pirovano, l'assemblea dei soci ha deciso un adeguamento dei compensi del Cda, che passa dagli attuali 141.000 euro lordi annui totali deliberati (effettivamente erogati erano poi 60 mila) a «un tetto massimo da suddividere per 5» di 231.641.

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