Telgate, granoturco addio
Due cave, residenti in rivolta

Due cave da 3 milioni di mc. da cui prima scavare per poi, una volta esaurita la ghiaia, riempire con materiale inerte. La bomba sull'estate di Telgate scoppia nella campagna: un'area di 160.000 mq che nel Piano cave è individuata come Ambito estrattivo.

Due cave da tre milioni di metri cubi da cui prima scavare per poi, una volta esaurita la ghiaia, riempire con materiale inerte. La bomba sull'estate di Telgate scoppia nelle campagne, nei dintorni della spianata di granoturco da 160.000 metri quadrati che nel Piano cave provinciale è individuata come Ambito estrattivo 39 (Ateg39). È forse l'ultimo anno del granturco, poi il raccolto sarà di ghiaia.

Qui, infatti, si scaveranno 2 milioni e 400mila metri cubi di materiale a una profondità di 20 metri dal piano campagna; una volta completata la fase uno, la due prevede il riempimento con rifiuti di vario genere per riportare il tutto al piano campagna. Gli abitanti delle cascine attorno, riuniti in un comitato la chiamano discarica. E sono ovviamente sul piede di guerra.

A metà maggio la Regione ha scritto al Comune e il 12 luglio la «Milesi spa», di Telgate, ha presentato il conto. Il Tar ha dato ragione all'impresa, quindi «Milesi spa» deve avere la sua cava a Telgate.

Il Consiglio regionale ha girato la cosa al Comune che ha detto no alla collocazione della cava in località Cascina Gerola dove la vuole «Milesi spa», si suggerisce che l'impresa cavi nell'Ateg39 (in corso di autorizzazione sui tavoli tecnici della Regione) spartendosi la ghiaia con «Azienda Verde» (a cui fa capo quell'ambito estrattivo).

«Milesi spa», per avere la cava che gli spetta, ci mette un carico golossimo: la disponibilità, in caso di accoglimento della richiesta, a raddoppiare il contributo previsto dalla normativa regionale a favore dell'amministrazione comunale: da 44 a 88 centesimi per ogni metro cubo scavato. Una valanga di soldi nelle casse del municipio.

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