Psicologia, in 600 al test
ma i posti sono solo la metà

Circa 600 i ragazzi – su 300 posti disponibili – che venerdì, nella sede universitaria di via dei Caniana, hanno affrontato il test di ammissione per il corso di laurea magistrale in Psicologia clinica. Un test che si componeva di 60 domande chiuse, suddivise tra logica, inglese e comprensione, da risolvere in 90 minuti.

Numerosi i ragazzi provenienti anche da fuori provincia per tentare la sorte. «È stata la mia docente di psicologia delle scuole superiori a suggerirmi questa facoltà – dice Federico Verderio, 21 anni, di Pozzuolo Martesana, alle spalle studi di grafica pubblicitaria e lavori saltuari come barista, commesso in cartoleria, ambulante e taglialegna –, dicendomi che qui c'erano molti docenti in gamba. Non ho scelto di tentare il test per le occasioni lavorative che potrei avere dopo, ma per pura passione. La psicologia non è settoriale, la si può applicare in qualsiasi lavoro, purché a contatto con il pubblico. Inoltre Bergamo mi piace molto come città: è tranquilla, niente a che vedere col caos milanese».

Serena Bonanomi, 18 anni, di Paderno D'Adda, ha invece scelto per comodità: «L'università non dista troppo da casa. Mi piacerebbe in futuro lavorare con i minori; ho frequentato un professionale sociale e sono molto interessata a queste materie. Se non passerò il test, mi prenderò un anno sabbatico, alla ricerca di qualche lavoretto e ritenterò l'anno prossimo». Paolo Zinesi, 23 anni, di Bolgare, è già iscritto alla facoltà di Economia di Bergamo e si trova a pochi passi dalla laurea. «Ho fatto il test per curiosità – riferisce –. Nel tempo libero ho letto diversi libri di psicologia e mi sono appassionato. Se dovessi passarlo, mollerei il mio attuale ambito di studi per dedicarmi a questa facoltà, nonostante sia quasi alla fine e i miei voti siano alti. Non c'entrano le opportunità lavorative: dal 2007 lavoro a tempo indeterminato come contabile in un'azienda di accessori. Ma mi sono reso conto che le materie studiate finora non mi attirano più come prima».

Mara Roggi, 18 anni, di Provaglio d'Iseo, ha scelto invece Bergamo per questioni economiche: «A Brescia l'università è privata, quindi i costi sono molto più elevati. Settimana prossima proverò il test anche lì, ma se dovessi passarli entrambi, sicuramente sceglierei Bergamo. Il lavoro dopo la laurea, visti i tempi è un'incognita, ma almeno studierò materie che mi piacciono».

Anche Giada Pezzotti, 19 anni, di Provaglio D'Iseo, ha scelto Bergamo per questioni di budget: «Essendo un'università pubblica, i costi sono minori. Mi sono diplomata al liceo psicopedagogico e quest'ambito di studi mi piace molto. La mia paura è di studiare per cinque anni e poi non trovare il lavoro che sognavo. Spero che questo non succeda. Se non passerò il test, mi iscriverò a Giurisprudenza: mi piacerebbe lavorare come assistente sociale o in tribunale, e penso che anche questo corso potrebbe permettermi un futuro in questo campo».

Mattia D'Adda, 20 anni, di Suisio, dopo un anno di Filosofia a Milano ha deciso di cambiare ambito: «Ieri ho provato il test alla Bicocca e oggi qui, per aumentare le possibilità di essere preso. Sinceramente me lo aspettavo più difficile: inglese era quasi a livello elementare, la parte più complicata era la comprensione dei testi, tutti saggi di psicologia. Ma penso sia andato bene. Mi piacerebbe molto insegnare e questo corso di studi mi sembra mi possa fornire le conoscenze adeguate e in seguito più possibilità lavorative».

Giada Frana

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