Caccia e richiami vivi:
via libera dalla Regione

Via libera in Consiglio regionale al provvedimento che consente ai cacciatori durante la stagione venatoria l'utilizzo di richiami vivi della stessa specie, purchè provenienti da allevamenti in cattività o precedentemente catturati e inanellati dalle Province.

Via libera in Consiglio regionale - con 51 voti a favore, 13 contrari e 2 astenuti - al provvedimento (relatore Roberto Pedretti, Lega Nord) che consente ai cacciatori durante la stagione venatoria l'utilizzo di richiami vivi della stessa specie, purchè provenienti da allevamenti in cattività o precedentemente catturati e inanellati dalle Province.

Complessivamente potranno essere utilizzabili a tale scopo esemplari di allodola (1.497 esemplari complessivi), di cesena (10.955), di merlo (4.063), di tordo bottaccio ( 20.390) e di tordo sassello (10.095),  per un numero complessivo di richiami pari in Lombardia a 47mila.

La parte del leone spetta alla provincia di Brescia con 19.357 e a quella di Bergamo con 18.485: seguono Lecco e Sondrio con 4.730, Como con 1.592, Varese con 1.405, Monza e Brianza con 585, Mantova con 550 e Milano con 296.

«Con l'approvazione di questo provvedimento – spiega il relatore Roberto Pedretti - veniamo incontro alle esigenze di circa 38 mila cacciatori lombardi (sugli 80.600 complessivi) che esercitano la caccia alla selvaggina migratoria e che necessitano di richiami vivi per la pratica della loro attività venatoria. La cattura di richiami vivi si rende necessaria alla luce dell'insufficienza di richiami provenienti dagli allevamenti, che non supera i 26mila esemplari, nonostante la Regione negli ultimi anni abbia stanziato somme rilevanti per incentivare gli allevamenti».

In aula il presidente della commissione Agricoltura, Carlo Saffioti (Pdl), ha espresso soddisfazione «per l'unità e la compattezza dimostrata dalla maggioranza anche in questa occasione, come già avvenuto a fine luglio con l'approvazione delle deroghe. I richiami vivi non riguardano specie a rischio e questo provvedimento costituisce anche uno strumento di promozione e valorizzazione culturale di strutture storiche come i roccoli, presidio fondamentale nelle zone di alta montagna».

«I roccoli sono autentiche opere d'arte – gli ha fatto eco Valerio Bettoni (Udc) - e l'approvazione di questa legge è importante anche se tardiva: il passaggio degli uccelli infatti è già in corso e certo non aspetta le scelte di Regione Lombardia».

Voto contrario lo ha annunciato Giulio Cavalli (Sel): «Contro questa pratica barbara ci schieriamo al fianco delle associazioni ambientaliste e ci auguriamo che il prossimo anno su questo tema ci possa essere una maggiore riflessione da parte di tutti i gruppi consiliari».

Questo provvedimento segue quello approvato lo scorso 28 luglio sulla caccia in deroga, dopo che nella stessa seduta la conferenza dei capigruppo aveva deciso di rinviare l'esame del provvedimento sui richiami vivi alla prima seduta utile di settembre. Per facilitare l'esame del progetto di legge, sul quale erano stati presentati 136 subemendamenti, il capogruppo dell'Italia dei Valori Stefano Zamponi aveva annunciato l'immediato ritiro di una ventina di emendamenti, mentre Chiara Cremonesi (Sel) ne aveva ritirati una quindicina.

Questa mattina in aula sono stati respinti tutti gli emendamenti rimanenti presentati dai gruppi Italia dei Valori e Sel. Approvato invece un ordine del giorno presentato dal relatore Roberto Pedretti (Lega Nord) che invita la giunta regionale ad «adoperarsi affinchè, nel caso di inerzia continua di Ispra, possano essere utilizzati e validati gli studi compiuti ai sensi delle normative comunitarie da appositi organismi regionali» e a sollecitare una «celere messa in discussione della proposta di legge al Parlamento in materia di attività venatoria in deroga approvata da Regione Lombardia».

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