La protesta silenziosa di Antonio
Parola al Comune di Brusaporto

La protesta silenziosa di Antonio Caggioni ha suscitato la reazione del Comune di brusaporto. Il giovane, fratello di un ragazzo down, dall'inizio della scuola si presenta davanti alle medie con un cartello: «Anche oggi Giovanni non è a scuola».

La protesta silenziosa di Antonio Caggioni ha suscitato la reazione del Comune. Il giovane dall'inizio della scuola si presenta davanti alle medie con un cartello che recita: «Anche oggi Giovanni non è a scuola». Giovanni è il fratello di Antonio. La scuola e il Comune hanno garantito 30 ore tra assistente educatore e insegnante di sostegno, ma Antonio e la sua famiglia chiedono che siano garantite delle ore di compresenza tra le due figure (una «storica», l'altra è una novità per il ragazzino). Per questo il piccolo Giovanni rinuncia a nove ore alla settimana di scuola.

Venerdì mattina, davanti alla scuola media statale Aldo Moro, a fare compagnia al cartello di Antonio Caggioni per il fratello disabile, è apparsa una lettera, affissa ai cancelli e sottoscritta dall'amministrazione comunale e dall'istituto comprensivo Aldo Moro, di cui la scuola fa parte. Si tratta di una lettera aperta indirizzata ai genitori delle classi prime della scuola secondaria di primo grado. «La comunicazione intende ripercorrere le tappe della vicenda come si sono svolte negli ultimi mesi – ha affermato l'assessore all'Istruzione Michele di Gaetano –. Si tratta di una doverosa spiegazione ai genitori che mi hanno spesso chiesto le cause della protesta in atto fuori da scuola e per la quale, una volta chiarito lo svolgersi dei fatti e ribadito la presenza di un accordo con la famiglia in merito alla riduzione dell'orario, non c'è motivazione».

«Prima della fine dell'anno scolastico – spiega dunque la lettera – la scuola incontrò la famiglia del minore, proponendo un'ulteriore permanenza di un anno nella scuola primaria o il passaggio alla scuola potenziata di Seriate». La famiglia scelse il passaggio alla scuola media «perché – spiega la madre Tiziana Caggioni – chi di competenza, e cioè le maestre e gli specialisti che seguono mio figlio, valutarono che aveva raggiunto gli obiettivi di socializzazione e aveva instaurato legami con i suoi compagni di quinta».

Il 30 agosto, la scuola ha poi comunicato al Comune l'assegnazione da parte dell'ufficio territoriale di 9 ore di docente di sostegno, alle quali il Comune ha aggiunto le 21 ore di presenza dell'assistente educatore per garantire la totale copertura del tempo scuola (30 ore). In un incontro tenutosi a inizio settembre, durante il quale amministrazione e scuola hanno ribadito gli impegni assunti, «la famiglia ha espresso alla scuola l'esigenza che il figlio avesse almeno un periodo di adattamento al nuovo ambiente e all'insegnante di sostegno. Per questo motivo, ha richiesto alla scuola per il periodo fino al 31 ottobre 2011, un orario settimanale ridotto a 21 ore, così da garantirgli un graduale inserimento».

Riduzione che la scuola ha autorizzato dal 16 settembre. «Non abbiamo apprezzato l'iniziativa della lettera, che riteniamo invadere la privacy della nostra famiglia – commenta Tiziana Caggioni –. Abbiamo sottoscritto l'accordo in questione perché era l'unico modo per garantire la compresenza tra la nuova maestra di sostegno e l'assistente educatrice. Dopo questo primo periodo valuteremo la reazione del bambino al nuovo ambiente. Ci auguriamo quanto prima di approdare ad un progetto individuale e avere almeno un'aula di sostegno dove poter lavorare con serenità e tenere gli strumenti che gli necessitano». Nessuna svolta è seguita all'incontro tra famiglia e amministrazione, tenutosi giovedì. L'assessore Di Gaetano ha ribadito che «la compresenza è già garantita dalla presenza del docente di ruolo e dell'assistente educatore o dell'insegnante di sostegno che seguono l'alunno».

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