Tav, dopo i timori c'è ottimismo
Castelli: «Sui tagli una schiarita»

Dopo i mal di pancia causati nei giorni scorsi dalle notizie sul rischio-tagli, sembra profilarsi una schiarita sui fondi per l'alta velocità ferroviaria Treviglio-Brescia. Sembra che siano al sicuro sia la Tav Treviglio-Brescia, sia la variante di Vercurago.

Dopo i mal di pancia causati nei giorni scorsi dalle notizie sul rischio-tagli, sembra profilarsi una schiarita sui fondi per l'alta velocità ferroviaria Treviglio-Brescia. «Alla luce dei colloqui avuti in questi giorni sono piuttosto ottimista - dice il viceministro alle Infrastrutture, Roberto Castelli -. Sembra che l'articolo 32 della manovra, quello che parlava di una revisione nell'assegnazione dei fondi per le infrastrutture, venga interpretato alla lettera, ovvero: se le opere hanno già dato vita ad atti giuridicamente vincolanti, come appalti o contratti, le risorse già assegnate non si toccano. E questo dovrebbe mettere al sicuro sia la Tav Treviglio-Brescia, sia la variante di Vercurago».

Due opere che, insieme al ponte sullo Stretto di Messina e alla nuova metropolitana di Milano, erano finite nell'elenco di quelle che rischiavano di vedersi sottrarre parte delle risorse assegnate (per la ferrovia si parlava di circa cento milioni di euro, sul totale di 1,1 miliardi stanziati dal Cipe) per effetto della sforbiciata ai fondi Fas, nell'ambito dei tagli di sei miliardi di euro ai ministeri.

Un'ipotesi che, pur tale, aveva provocato il secco «no» del fronte bergamasco, compatto nel ribadire l'importanza dell'alta velocità (i cui cantieri dovrebbero partire presto) e delle relative opere accessorie. Sul tema era partito un confronto, tutto interpretativo, tra Tesoro e ministero delle Infrastrutture.

E ora le cose sembrerebbero volgere al positivo per le opere nostrane, anche se, in questa fase intermedia, la prudenza non è mai troppa: per certezze definitive bisognerà attendere che i vari ministeri abbiano individuato ufficialmente le voci in cui ridurre il proprio budget per arrivare ai sei miliardi di cui sopra.

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