Mons. Beschi nel ricordo dei defunti:
«Sono il legame con la nostra storia»

«Visitare le tombe dei nostri defunti esprime la volontà di non perdere ciò che è stato prezioso nella nostra vita». Sono le parole del vescovo Beschi che, nella chiesa del cimitero civico, ha presieduto una concelebrazione eucaristica.

In questo cimitero sono sepolte le persone che ci sono state care. Visitare le loro tombe esprime la volontà di non perdere ciò che è stato prezioso nella nostra vita. Quasi inconsapevolmente, questo testimonia una speranza da persona umana prima ancora che cristiana». Sono le parole del vescovo Francesco Beschi, che martedì pomeriggio, nella chiesa del cimitero civico, ha presieduto una concelebrazione eucaristica in suffragio dei defunti della città.

Numerose le persone presenti e le autorità. «Il cimitero è luogo di tutti e per tutti - ha detto mons. beschi -. Oggi, molto più di altri tempi, la nostra presenza in questo luogo è segno di fede e speranza offerte a tutti, anche a chi non si riconosce nei nostri gesti e convinzioni. È una presenza per testimoniare che il destino della vita non è sprofondare lentamente con rassegnazione nel nulla».

Dopo la Messa il vescovo ha quindi visitato le tombe dei sacerdoti nel famedio, recitando una preghiera. Ha sostato davanti alla tomba del Servo di Dio fra Alberto Beretta, dell'ordine dei Cappuccini, medico missionario in Brasile e fratello di Santa Gianna Beretta Molla. A inizio dicembre, si concluderà il processo diocesano per la sua beatificazione e gli atti saranno trasmessi alla Congregazione vaticana delle Cause dei Santi. Poi la visita alla tomba di Gaetano Camillo Guindani, vescovo di Bergamo dal 1879 al 1904, che diede il via alla fondazione de «L'Eco di Bergamo».

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 2 novembre

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