Nuovo ospedale, confermata
l'inchiesta sugli appalti «turbati»

«Turbata libertà degli incanti». È l'ipotesi di reato per la quale arriva conferma che la Procura di Bergamo ha aperto un'inchiesta. Inchiesta per ora contro ignoti, visto che tutti i «coinvolti», almeno finora, risultano non indagabili.

«Turbata libertà degli incanti». È l'ipotesi di reato per la quale arriva conferma che la Procura di Bergamo ha aperto un'inchiesta. Inchiesta per ora contro ignoti, visto che tutti i «coinvolti», almeno finora, risultano non indagabili.

Arriva dunque ufficialmente la conferma dell'apertura di un fascicolo, ma la notizia era già di dominio pubblico da alcuni mesi. Tutto ha preso il via alla fine del 2010 da una inchiesta della Procura della repubblica di Busto Arsizio per sfruttamento della prostituzione.

Dalle varie intercettazioni era emerso che, al telefono, due imprenditori parlavano degli appalti del nuovo ospedale alla Trucca. La Procura di Busto aveva segnalato il caso a quella di Bergamo.

E nella nostra città erano così partite alcune verifiche preliminari: ne erano emersi anche altri nomi, oltre a quelli dei primi due imprenditori, ma tutti di persone ritenute non indagabili. Fra questi nomi ci sarebbe anche quello di un politico, non bergamasco.

L'inchiesta comunque, è giunta conferma, non parla né dei problemi legati alle infiltrazioni di acqua, né di ipotetiti sequestri del grande cantiere di via della Trucca. Il titolare dell'inchiesta orobica è il pubblico ministero Giancarlo Mancusi, ma per ora null'altro trapela dagli ambienti del tribunale.

Infatti quello che ora bisogna ancora capire è se il reato sia stato realmente commesso e a danno di chi. Tutto era infatti partito da una frase sibillina. Al cellulare un imprenditore aveva parlato dell'appalto al futuro ospedale di Bergamo, spiegando che una delle ditte che aveva vinto sarebbe stata obbligata ad acquistare forniture in virtù di un capitolato creato alla bisogna.

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