Annamaria Cancellieri vista da Terrusi:
«Alta caratura, risoluta e concreta»

Nel ruolo di capo di gabinetto della nostra Prefettura, il viceprefetto Terrusi è stato per 4 anni, dal settembre 1996 al 2000, il diretto collaboratore di Anna Maria Cancellieri, da mercoledì 16 novembre nominata ministro degli Interni del governo Monti.

Nel ruolo di capo di gabinetto della nostra Prefettura è stato per 4 anni, dal settembre 1996 al 2000, il diretto collaboratore di Anna Maria Cancellieri, da mercoledì 16 novembre nominata ministro degli Interni del governo Monti.

Gennaro Terrusi, viceprefetto, attualmente responsabile dell'Ufficio Immigrazione, la ricorda così: «Premetto che non ricorro a frasi di circostanza nel definire il ministro Cancellieri personaggio di alta caratura umana e professionale. Caratterialmente l'ho sempre vista sorridente anche se al tempo stessa molto determinata e risoluta. Dotata di una signorile affabilità era portata a dialogare su qualsiasi argomento anche perché in possesso di una cultura e intelligenza non affatto comuni».

Terrusi ha aggiunto: «Nelle funzioni istituzionali era solita informarsi su ogni vicenda. Affrontare i problemi nella loro profonda specificità. Tra le sue qualità da riconoscerle, pure, una straordinaria concretezza: anche per questo costituiva un prezioso punto di riferimento per tutti, anche al di fuori delle sue effettive competenze».

E ancora: «È il caso di sottolineare che la sua porta, qui in prefettura, era costantemente aperta: non si negava mai proprio a nessun cittadino senza farne un minimo distinguo. Idem nei confronti del personale, sempre pronta, cioè, ad ascoltarlo non solo per motivi di lavoro».

Terrusi ha, inoltre, evidenziato lo stretto legame mantenuto con Bergamo anche dopo il suo passaggio alla prefettura di Brescia: «Periodicamente tornava da noi per mantenere i contatti con parecchie delle persone che aveva avuto modo di conoscere e frequentare durante la sua permanenza. Non poche le amicizie che ha coltivato. Anche da parte mia, di tanto in tanto, ho avuto modo di sentirla».

Arturo Zambaldo

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