Un operaio: «Salvi per miracolo
E' stato come un bombardamento»

«E' stata una cosa tremenda, non so ancora capacitarmi di quanto accaduto. Mi pare di essere in coma, ho ancora il rumore del boato nelle orecchie, è stato come essere sotto un bombardamento». Così Giuseppe Balestra uno degli 8 operai.

«E' stata una cosa tremenda, non so ancora capacitarmi di quanto accaduto. Mi pare di essere in coma, ho ancora il rumore del boato nelle orecchie, è stato come essere sotto un bombardamento». Così Giuseppe Balestra uno degli 8 operai coinvolti nella tragedia di Lallio.

«Eravamo tutti al lavoro per il turno di notte - dice Balestra, 53 anni -, stavamo facendo la normale attività. Sette di noi erano dietro il muro che ci protegge dalla caldaia, mentre Spampinato addetto responsabile dell'impianto della caldaia era oltre i muro».

«Ad un certo momento - continua con voce affannata Balestra - c'è stato lo scoppio. Un boato di una violenza terrificante. Noi sette ci siamo guardati in faccia sbigottiti. Abbiamo subito capito che la situazione stava diventando critica anche per noi. Abbiamo provato a gridare all'indirizzo di Spampinato, abbiamo urlato ma abbiamo anche capito che per lui non c'era più nulla da fare».

«A questo punto - conclude - Balestra - non ci è rimasto altro che scappare, fuggire all'esterno. Pioveva di tutto e le fiamme stavano divorando carta e cartone: un rogo spaventoso. Quando siamo usciti siamo rimasti impietriti. Guardi, una cosa così me la ricorderò per tutta la vita».

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