Riesame, doppio «no»: Locatelli
e Cristiani restano in carcere

Pierluca Locatelli e Franco Nicoli Cristiani restano in carcere. Il Tribunale del Riesame ha detto no sia all'istanza di scarcerazione presentata dall'avv. Roberto Bruni per l'imprenditore di Grumello sia al legale dell'ex vicepresidente del Consiglio regionale.

Pierluca Locatelli e Franco Nicoli Cristiani restano in carcere. Il Tribunale del Riesame ha detto no sia all'istanza di scarcerazione presentata dall'avv. Roberto Bruni per l'imprenditore di Grumello, sia a Piergiorgio Vittorini, il legale bresciano dell'ex vicepresidente del Consiglio regionale.

Nella giornata di sabato il Riesame ha depositato il dispositvo delle sentenze: entrambi i casi erano stati dibattuti mercoledì 4 gennaio. «Io non ho preso soldi», avrebbe detto in quella sede Franco Nicoli Cristiani, finito in carcere il 30 novembre con l'accusa di avere intascato una tangente di 100 mila euro dall'imprenditore Pierluca Locatelli (tramite il funzionario Arpa, Giuseppe Rotondaro) per accelerare l'iter autorizzativo della cava di Cappella Cantone, nel Cremonese, da trasformare in discarica per l'amianto.

Il suo avvocato, Piergiorgio Vittorini, aveva richiesto la revoca della misura del carcere o, almeno, i domiciliari. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, basata sulle intercettazioni, i soldi sarebbero stati invece consegnati da Locatelli e dalla moglie Orietta Rocca il 26 di settembre al casello autostradale di Capriate, nelle mani del funzionario Arpa, Giuseppe Rotondaro. Le banconote sarebbero poi state consegnate da Rotondaro a Nicoli Cristiani in un ristorante di Milano. Per questo - su questo filone dell'inchiesta - è competente l'autorità giudiziaria milanese.

A conferma della ricostruzione degli inquirenti ci sarebbero le dichiarazioni dello stesso Locatelli: al gip l'imprenditore di Grumello avrebbe non solo confermato la tangente, ma avrebbe anche aggiunto che i soldi erano solo una prima tranche. C'è poi la perquisizione dei carabinieri il giorno dell'arresto: nello studio di casa di Nicoli Cristiani, a Brescia, i militari avrebbero trovato 100 mila euro in banconote da 500, suddivisi in due buste. Nicoli si sarebbe difeso dicendo che non si tratta di una tangente e di poter spiegare la provenienza del denaro.

Anche l'udienza di Riesame anche per Pierluca Locatelli si era tenuta il 4 gennaio. I suoi legali Roberto Bruni ed Ennio Amodio avevano chiesto la scarcerazione, sostenendo il venir meno delle esigenze cautelari, o quanto meno una loro più giusta soddisfazione con la concessione dei domiciliari.

Il Riesame però ha detto no a entrambi: ora è probabile che gli avvocati presentino un nuovo ricorso in Cassazione.

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