«Siamo ridotti all'osso, non c'è polpa»
Fassino e Tentorio, dibattito sulla città

Con la coppia Piero Fassino-Franco Tentorio si è chiuso il ciclo di incontri organizzato dalle Acli «Dialoghi dello Spirito - Molte fedi sotto lo stesso
cielo», progetto iniziato a settembre con oltre 70 incontri e oltre 30 mila persone intervenute.

Con la coppia Piero Fassino-Franco Tentorio si è chiuso il ciclo di incontri organizzato dalle Acli «Dialoghi dello Spirito - Molte fedi sotto lo stesso
cielo», progetto iniziato a settembre con oltre 70 incontri e oltre 30 mila persone intervenute. Per la sereta di chiusura, martedì 10 gennaio alle 20,45 all'auditorium della Casa del Giovane, in città, il sindaco di Torino e quello di Bergamo - moderati dal direttore de L'Eco di Bergamo Giorgio Gandola - hanno parlato di «Una città sicura e accogliente: è possibile?».

La serata è stato un vero e proprio dibattito sulla città e sul fare politica in città, passando dai problemi di gestione economica a quelli politico-sociali. «La sicurezza e l'accoglienza dovrebbero essere dei diritti del cittadino - ha detto Gandola -, ma non sempre è così». Un tema caldo che Fassino ha sviluppato, partendo dalla difficoltà di un sindaco, allo stato attuale, di far quadrare i conti: «Siamo ridotti all'osso, non c'è più polpa - ha detto -, ma non si può più pensare di risanare i conti della spesa pubblica incidendo sulla spesa degli enti locali».

D'accordo il sindaco di Bergamo Tentorio che ha ribadito quanto il 2012 sarà difficile: «Dovremo scegliere se contrarre i servizi, senza toccare realtà come il sociale, la scuola e la cultura, o aumentare le imposte tributarie». Con Fassino che ha fatto una scelta per Torino: «Il patto di stabilità interno va cambiato - ha detto -. Ho deciso di sforare con gli investimenti: è un comportamento responsabile nei confronti dei cittadini. Penso che il patto di stabilità interno che regola i rapporti tra i Comuni e lo Stato - ha poi sottolineato - sia diventato una prigione per i Comuni: tanto è vero che nessun Comune di dimensioni significative è più in grado di rispettarlo. Se quest'anno avessi dovuto rispettare il patto di stabilità avrei dovuto tagliere 160 milioni di euro di servizi e di investimenti e avrei dovuto rinviare i pagamenti ai diversi fornitori e alle imprese per 250 milioni di euro: credo che sarebbe stata una scelta irresponsabile. Per questo ho deciso di non stare nel tetto posto dal Patto di stabilità, garantendo invece i servizi e gli investimenti previsti e pagando tutti coloro che hanno lavorato per l'amministrazione comunale in questi anni. Credo di aver fatto bene».

Una battaglia che Tentorio appoggia e i due sindaci hanno dibattuto a lungo sui costi della politica, sul senso di sicurezza e sui bisogni dei cittadini. Con una contestazione di Fassino nei confronti della campagna in atto contro la casta: «Basta con la demagogia - ha sottolineato -. Si inizi a parlare di quei sindaci che guadagnano 1700 euro al mese lordi e amministrano il territorio».

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