Un masso, e all'improvviso
Merelli precipita dallo Scais

Mario Merelli, lo scalatore 49enne di Lizzola, ha perso la vita quando aveva quasi raggiunto la vetta del Pizzo Scais. Montagna indicata sulle cartine come «Punta di Scais» e che, con i suoi 3.038 metri è uno dei tre big delle Orobie, con il Pizzo Coca e il Pizzo Redorta.

Mario Merelli, il forte scalatore 49enne di Lizzola, ha perso la vita quando aveva quasi raggiunto la vetta del Pizzo Scais. Montagna indicata sulle cartine come «Punta di Scais» e che, con i suoi 3.038 metri è uno dei tre big delle Orobie, unitamente al Pizzo Coca (3.050 metri) e al Pizzo Redorta (3.038).

Il tragedia poco dopo le 7 di mercoledì mattina quando, in compagnia dell'amico Paolo Valoti, già presidente della sezione Cai di Bergamo, l'alpinista era ormai a una decina di minuti dalla vetta di Scais. Mario e Paolo si erano ritrovati a Lizzola, all'albergo Camoscio-méublé gestito dalla famiglia Merelli, nella serata di martedì.

Poi, sul tardi, erano scesi a Valbondione, da dove ha inizio il ripido sentiero che, superando un dislivello di oltre novecento metri, consente di raggiungere il rifugio Coca, posto alla quota di 1.982 metri sul livello mare. Era circa mezzanotte quando i due amici si sono incamminati lungo il sentiero, percorrendolo con la prudenza necessaria sia per il buio, sia per tratti di neve e ghiaccio che in questo periodo lo caratterizzano.

Hanno comunque raggiunto tranquillamente il rifugio, fermandosi per qualche minuto nel reparto invernale, sempre aperto per dare ospitalità agli alpinisti e agli escursionisti che d'inverno salgono in quota.

Merelli e Valoti si sono quindi incamminati verso il lago di Coca (2.008 metri). Lo hanno superato e hanno attaccato la montagna risalendo il Canale Scais. Erano circa le 6,15 quando sono usciti in cima al canalone. C'era ancora buio, quindi i due amici, prima di attaccare gli ultimi tratti della montagna per raggiungere la vetta, hanno deciso di attendere che il cielo si schiarisse.

E così hanno fatto. Notando poi che le rocce della cresta per salire in vetta erano ricoperte di ghiaccio, hanno pensato di spostarsi verso il versante valtellinese, in modo di aggirare la cima e raggiungerla più facilmente. Qui, purtroppo, la caduta mortale.

Valoti era davanti, Merelli lo seguiva. A un certo punto, mentre si trovavano sotto il Torrione Curò, si è mosso un grosso sasso che ha colpito Merelli all'addome, facendogli perdere l'equilibrio. L'alpinista è caduto all'indietro, precipitando per circa 300 metri lungo un ripido canale e fermandosi esanime in fondo alla Vedretta di Scais.

Valoti, sconvolto, lo ha chiamato più volte, è sceso lungo il pericoloso canale, quindi è risalito in cresta perché solo da là era possibile utilizzare il cellulare, con il quale ha allertato il 118. L'eliambulanza ha raggiunto la località ma Mario era morto sul colpo.

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