Poste, dopo la riorganizzazione:
uno sciopero 27 febbraio-17 marzo

La riorganizzazione delle Poste non va giù ai sindacati. Una prima iniziativa di sciopero in Lombardia è già stata programmata dal 27 febbraio al 17 marzo, non escludendo uno sciopero generale regionale, dopo aver sentito i lavoratori nelle assemblee.

La riorganizzazione delle Poste non va giù ai sindacati. Una prima iniziativa di sciopero in Lombardia è già stata programmata dal 27 febbraio al 17 marzo, non escludendo uno sciopero generale regionale, dopo aver sentito i lavoratori nelle assemblee.

«Cosa si cela - si domandano Cisl, Uil, Confsal e Ugl della Lombardia - dietro la manifesta volontà di portare il settore allo sbando?. Nel bel mezzo di una colpevole e generale disorganizzazione, con il personale insufficiente a garantire la regolare funzionalità dei servizi, dopo ben 2 giorni dalla già avvenuta modifica degli orari di apertura e di chiusura degli uffici postali al pubblico, questi solo oggi vengono comunicati al personale per le conseguenti modifiche da apportare negli avvisi per il ritiro degli oggetti a firma non consegnati».

Carenza di personale
«Quasi tutti i centri di recapito della Lombardia - scrivono i sindacati - sono in sofferenza per la carenza di personale nelle zone di recapito anche per le assenze per ferie, malattie, infortuni ecc… (fra i tanti, in un ufficio con 6 zone è c'è un solo titolare). Al 31 gennaio sono scaduti i contratti e tempo determinato, e solo in questi giorni, con colpevole e forse programmato ritardo, inizieranno le procedure per le assunzioni di un nuovo contingente di ctd nemmeno sufficiente a coprire le assenze strutturali.

Obiettivi di ferie e di straordinari
«A questo vanno aggiunte le “geniali nuove metodologie gestionali per la fruizione forzosa” delle ferie con illegittimi obiettivi assegnati mese per mese ai responsabili dei centri di recapito e con gli altrettanti obiettivi di riduzione degli straordinari ed abbinamenti. L'Alt Lombardia sembra non conoscere che esiste una titolarità di zona e che per la loro copertura, in qualsiasi caso di assenza del titolare, è previsto il pagamento degli straordinari e/o della flessibilità operativa».

Nuovi orari di chiusura/apertura al pubblico degli uffici postali
«Con atto unilaterale è stato comunicato con grave ritardo al personale  degli uffici postali nel pomeriggio di giovedì 26 gennaio. Solo dopo ben 2 giorni dall'entrata in vigore, tale modifica è stata comunicata ai responsabili dei Cpd per inserire i nuovi orari negli avvisi degli oggetti a firma non consegnati per assenza del destinatario (inesitate). Ad oggi le modifiche sui palmari non sono ancora state apportate. Questo colpevole ed ingiustificato ritardo sta penalizzando i cittadini e le imprese che si recano negli uffici negli orari indicati e li trovano già chiusi. I disservizi e le pesanti lamentele si riversano sull'incolpevole personale degli uffici postali con un ulteriore aggravio di immagine per Poste Italiane».

«Il personale di servizi postali ed i cittadini della Lombardia - stigmatizzano i sindacati - non si meritano una gestione così insipiente di un importante settore dell'azienda e di un altrettanto importante servizio di pubblica utilità. Così facendo si penalizzano i cittadini e le imprese con grave danno per l'occupazione e l'economia dell'intera regione».

E ai dipendenti fanno sapere che «i nostri segretari, i nostri Rsu e gli uffici legali sono a disposizione per ogni necessità a tutela dei diritti e della dignità delle persone. Pretendete sempre una disposizione o un ordine scritto, per le ferie e per gli straordinari o per abbinamenti (al massimo per 12 ore al mese). Solo così si possono esercitare le tutele ed i diritti che, in Poste Lombardia, sembrano sempre più un optional e non una corretta e rispettosa prassi gestionale».

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