Roberto, l'ultima telefonata:
se capita qualcosa avverti i miei

Era teso, preoccupato. Tanto da chiamare un amico e confidargli allarmato: «Se mi dovesse succedere qualcosa, avvisa tu i miei familiari». È stata l'ultima telefonata di Roberto Avelli, il quarantunenne di Mozzanica trovato morto mercoledì a Cuba, caduto dal secondo piano di una palazzina.

Era teso, preoccupato. Tanto da chiamare un amico e confidargli allarmato: «Se mi dovesse succedere qualcosa, avvisa tu i miei familiari». È stata l'ultima telefonata di Roberto Avelli, il quarantunenne di Mozzanica trovato morto mercoledì a Cuba, caduto dal secondo piano di una palazzina.

Dunque si sentiva in pericolo? Ma per cosa, di chi? Sono domande alle quali stanno cercando di rispondere gli inquirenti cubani, al lavoro per ricostruire gli spostamenti del falegname bergamasco che, gli ultimi due giorni della sua vita, aveva perso i contatti con gli altri due amici con cui era partito per le vacanze, il 6 febbraio scorso.

A Cuba Roberto Avelli non voleva più rimanere: aveva già comprato il biglietto aereo per rientrare prima: lunedì 13, per la precisione. Ma in aeroporto non ci è mai andato.

Che cosa è successo, dunque, a Roberto? Con i due amici aveva trascorso alcuni giorni a Holguin, poi i tre si erano trasferiti in taxi a Camarguey, 200 chilometri più a ovest. Lì il falegname ha però voluto a tutti i costi tornare a Holguin, dove infatti è tornato, quasi certamente ancora in taxi. È poi seguita la chiamata preoccupata all'amico a Mozzanica e, nei giorni successivi, Avelli ha acquistato un biglietto aereo per rientrare prima in Italia.

Si sarebbe dovuto imbarcare lunedì 13: ma, nonostante avesse già con sé il biglietto, non si è mai presentato all'aeroporto.

Dove è stato in tutte quelle ore? Chi ha incontrato? Si è messo in qualche guaio? Perché ha telefonato all'amico in Italia pronunciando parole che ora suonano come un macabro presagio? Temeva qualcuno? Accanto alle circostanze della sua morte gli inquirenti cubani stanno anche cercando di ricostruire gli spostamenti del bergamasco nelle ore immediatamente precedenti alla sua drammatica morte. Ma non è facile.

Sulle cause della caduta che si è rivelata fatale restano comunque aperte tutte le ipotesi. Avelli è caduto accidentalmente dal secondo piano o si è buttato, magari per sfuggire a qualcuno? O, peggio, è stato spinto? C'erano altre persone con lui nell'edificio? Difficile l'ipotesi del suicidio, visto anche l'acquisto del biglietto per tornare prima in Italia. Gli interrogativi dietro questo giallo sono ancora parecchi, mentre riecheggiano le ultime, drammatiche parole della vittima: «Se mi succede qualcosa, avvisa i miei familiari».

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