Cromo in falda, tre focolai
Scatta la caccia al colpevole

Il sospetto c'era già. Ora dall'Arpa di Bergamo è arrivata la conferma. C'è un terzo focolaio che sta causando la diffusione di cromo VI (esavalente) nella falda acquifera del territorio compreso fra Zingonia e Treviglio.

Il sospetto c'era già. Ora dall'Arpa di Bergamo è arrivata la conferma. C'è un terzo focolaio che sta causando la diffusione di cromo VI (esavalente) nella falda acquifera del territorio compreso fra Zingonia e Treviglio. Detto più semplicemente, oltre alla Cromoplastica International e alla Nuova Igb di Verdellino, c'è una terza ditta dai cui impianti si sta verificando una perdita di cromo VI.

A testimoniarlo sono i risultati delle analisi effettuati dall'Arpa nell'acqua prelevata il 20 gennaio dai tre piezometri realizzati, con finanziamento della Provincia, in via Berlino (a Verdellino) e in via Berna (a Ciserano). Nel campione di acqua prelevato dal piezometro in via Berna denominato «PZ provincia 3» è stata rilevata una concentrazione di cromo VI pari a 1.065 microgrammi per litro di acqua (va ricordato che il limite oltre il quale si parla di inquinamento ambientale è di 5 microgrammi. Il limite per la potabilità invece è di 50 microgrammi).

Questo risultato, secondo l'Arpa di Bergamo, «evidenzia che nell'area compresa fra via Berlino e via Berna (dove si trovano le ditte Cromec srl e Rubinetteria Mariani) – si legge sulla relazione allegata ai risultati delle analisi – può essere identificato un terzo focolaio di contaminazione da cromo VI delle acque sotterranee, distinto da quelli già accertati per le ditte Cromoplastica e Nuova Igb».

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