Taxi fermi tra stazione e centro
«È la crisi, non ci sono clienti»

Numerosi i taxi che in questi giorni stazionavano lungo il Sentierone e in piazzale Marconi. Qualcuno ha pensato a un improvviso potenziamento del numero delle vetture, ma in realtà attendevano da ore l'arrivo di qualche cliente.

Numerosi i taxi che in questi giorni stazionavano lungo il Sentierone e in piazzale Marconi. Qualcuno ha pensato a un improvviso potenziamento del numero delle vetture, ma in realtà attendevano da ore l'arrivo di qualche cliente. «Non c'è lavoro – dice con una certa amarezza Flavio Sibio, rappresentante dei tassisti di Bergamo – e siamo quasi completamente fermi. L'incremento delle auto lo abbiamo già fatto all'inizio dell'anno, mettendo in pista cinque nuovi taxi. Il vero problema è che le macchine sono ferme ai parcheggi perché non c'è richiesta. Come chiamate siamo sotto del 50% in rapporto allo stesso periodo dello scorso anno, che aveva già evidenziato una flessione del 30% rispetto al 2010. Per cui la situazione sta diventando sempre più critica per i tassisti».

Eppure la categoria non è stata a guardare nel frattempo, poiché ha avviato delle convenzioni d'intesa con il Comune ed altre facilitazioni le ha varate attraverso proprie iniziative. «Pur essendo stati già approvati dall'amministrazione comunale delle promozioni come il taxi amico e il taxi rosa che comportano degli sconti – spiega Sibio – in pratica tali formule continuano a non decollare. Per quanto riguarda le iniziative da noi direttamente proposte, effettueremo prossimamente un volantinaggio per annunciare la consegna delle tessere card ai clienti, di durata annuale e che consentiranno di ottenere uno sconto del 10% sull'importo visualizzato dal tassametro a fine corsa».

Attualmente il servizio radiotaxi fa leva su 41 operatori a Bergamo. In un giorno feriale della scorsa settimana, prima di mezzogiorno, risultavano impegnate con i clienti solo tre vetture, mentre le altre erano ferme tra il Sentierone, l'aeroporto e la stazione.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 20 febbraio

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