Stangata Imu a Bergamo?
«Non è colpa del Comune»

Stangata Imu a Bergamo? «Noi non ci stiamo», avevano fatto sapere attraverso le pagine de L'Eco di Bergamo commercianti ed esercenti: «I negozi sono già in crisi». Ora il sindaco risponde: «Non è colpa del Comune».

Stangata Imu a Bergamo? «Noi non ci stiamo», avevano fatto sapere attraverso le pagine de L'Eco di Bergamo commercianti ed esercenti: «I negozi sono già in crisi, non possono prendersela sempre con noi». Ora il sindaco risponde: «Non è colpa del Comune».

In una lettera indirizzata al presidente della Camera di Commercio, Paolo Malvestiti, Franco Tentorio spiega che la colpa è delle tre manovre del governo, della situazione finanziaria che ha fatto volare il costo dei mutui e, non ultimo, della scelta di A2A che ha bloccato la distribuzione dei dividendi.

Ecco la lettere del sindaco di Bergamo
«Caro Paolo,
ho letto con doverosa attenzione il Tuo “grido di dolore” riguardo all'Imu che sarà applicata sugli immobili, con particolare riferimento ai negozi.
Per prima cosa avrei piacere che condividessi con me la valutazione sulle responsabilità originarie di questo tributo, che non sono proprio attribuibili all'Amministrazione comunale. Anzi il Comune è vittima delle scelte del Governo e del Parlamento, dell'andamento del mercato finanziario e delle volontà di imprese esterne.

Più in dettaglio, la “colpa” è del Governo, che con tre successive manovre (due firmate Tremonti e l'ultima devastante firmata Monti) ci ha tolto 10,3 milioni di euro di contributi rispetto ai 27 a disposizione degli Assessori (dai Servizi Sociali alla Cultura, dall'Istruzione alle Attività Produttive, e cosi via). E sempre scelta del Governo quella di abolire l'agevolazione Ici - Imu sulla prima casa e quella di intascarsi la metà dell'Imu che i Comuni devono raccogliere.

La “colpa” è della situazione finanziaria che ci fa costare i mutui 1,3 milioni di rata in più.

La “colpa” è di A2A, dove il nostro 1,8% vale poco e i soci di maggioranza Milano e Brescia fanno esclusivamente i loro interessi, bloccando la distribuzione dei dividendi per fare acquisizioni e investimenti in altre società.

In questa situazione, dopo avere chiesto agli Assessori tutti i sacrifici possibili nei limiti dei servizi necessari per la Comunità bergamasca (a partire dai servizi sociali) bisogna purtroppo mettere mano ai sacrifici dei cittadini.

Siamo riusciti a bloccare le addizionali Irpef (che pure avrebbero colpito tutti), siamo riusciti a non applicare aumenti rispetto all'aliquota base sulla prima casa, che paga così il quattro per mille (certo fino all'anno scorso non pagava niente).

Avremmo voluto e potuto applicare delle aliquote agevolate per i negozi di vicinato e per le case di abitazione locate. Ma l'annunciato blocco dei dividendi A2A ci ha dato un'altra mazzata, togliendoci i tre milioni che volevamo destinare a queste agevolazioni, che riteniamo davvero giuste.

Ti confermo che, seguendo le Tue richieste, stiamo esaminando la possibilità di applicare almeno un'aliquota ridotta ai negozi di vicinato gestiti dai proprietari.

C'è però un ostacolo da superare – oltre alla oggettiva difficoltà di trovare le disponibilità finanziarie – e consiste nel fatto che non è purtroppo chiaro se sia consentita dalla legge la differenziazione delle aliquote nell'ambito di una stessa categoria di immobili. Sarebbe ancora una volta una “sberla” governativa al concetto di federalismo fiscale.

Ti terrò volentieri informato in via preventiva, ma Ti chiedo anche, con la massima disponibilità e attenzione, se hai qualche concreto suggerimento da darmi.

Frattanto da parte mia continuerà la “battaglia” per far cambiare almeno in parte il parere ai soci maggiori di A2A.

Grazie per l'attenzione.
Cordiali saluti».
Franco Tentorio

© RIPRODUZIONE RISERVATA