«Siria libera»: da Bergamo canale
per favorire la rivolta contro Assad

Quando da piccolo, durante l'estate, ritornava in Siria, Omar chiedeva ai suoi cugini perché non poteva parlare male del presidente e per tutta risposta, veniva zittito. Crescendo, Omar ha capito il motivo per cui nessuno voleva parlare della situazione politica del suo Paese.

Quando da piccolo, durante l'estate, ritornava in Siria, Omar chiedeva ai suoi cugini perché non poteva parlare male del presidente e per tutta risposta, veniva zittito. Crescendo, Omar ha capito il motivo per cui nessuno voleva parlare della situazione politica del suo Paese.

Ma è soprattutto con l'inizio delle rivolte che il suo spirito nazionalista si è fatto sentire e ha cominciato ad attivarsi per far sì che anche l'Italia prendesse coscienza dei crimini in Siria. Lui si chiama Omar Kudsi, ha 19 anni, abita a Capriate e studia informatica all'Istituto Leonardo Da Vinci di Bergamo.

È nato e cresciuto in Italia, ma la sua famiglia è di Aleppo, a nord della Siria. Nel 1979 due zii di Omar sono morti in una delle prime rivolte contro il regime: da lì la decisione di trasferirsi in Italia, a Ferrara, dove studiava un altro zio.

Da più di 35 anni la famiglia del padre non torna in Siria: il loro nome, a causa degli zii oppositori, è sulla lista nera, e potrebbero correre dei rischi. «Nel mio piccolo - spiega Omar - cerco di sensibilizzare l'opinione pubblica, organizzando manifestazioni a Milano per spiegare quello che sta succedendo».

«Insieme ad Aya Homsi (cittadina italiana di origini siriane di Bologna, blogger e componente del Comitato di liberazione per la Siria, ndr) e Bilal Bregheche amministro il gruppo su facebook "Vogliamo la Siria libera", che conta 3.811 iscritti. Inoltre ho creato un canale su Youtube, "Siria libera", dove traduco dei video dall'arabo all'italiano».

L'ultima volta che Omar è tornato in Siria è stato nel 2009: «Ora spero solo che i massacri finiscano e che il Paese possa davvero conoscere il significato della parola democrazia. Voglio poter comprare una casa là e tornare ad abbracciare i miei parenti».

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