Omicidio Gaspani, tutto da rifare
Si riparte dagli interrogatori

Tutto da rifare per colpa di due richieste, una dell'accusa e l'altra della difesa, fatte proprio sullo scadere dell'ultimo momento utile. Tornano quindi al pubblico ministero gli atti del fascicolo per l'uccisione di Mario Gaspani.

Tutto da rifare per colpa di due richieste, una dell'accusa e l'altra della difesa, fatte proprio sullo scadere dell'ultimo momento utile. Tornano quindi al pubblico ministero gli atti del fascicolo per l'uccisione di Mario Gaspani, l'intermediario nel commercio di auto ucciso la sera del 26 marzo 2011 fa nella sua villa di via Donizetti a Boltiere e poi lasciato in una roggia a Osio Sotto: da rifare, una volta sanate le due nullità rilevate martedì mattina 10 aprile dal giudice dell'udienza preliminare Raffaella Mascarino, la richiesta di rinvio a giudizio per i quattro indagati.

Alla sbarra per quell'omicidio, infatti, si trovano la moglie della vittima, Stefania Colombo, 42 anni, l'amante di lei Salvatore Massaro Cenere, 45 anni, e i due fratelli Salvatore e Bruno Luci: secondo gli inquirenti i primi due sarebbero stati i mandanti dell'azione, e i due fratelli invece gli esecutori materiali. Il pm titolare dell'indagine nelle scorse settimane, tra l'altro cambiando l'accusa nei confronti di Massaro da favoreggiamento a concorso in omicidio, aveva chiuso l'inchiesta e quindi, come da prassi, dopo i venti giorni per eventuali memorie difensive o richieste di interrogatorio da parte degli indagati, ne ha chiesto il rinvio a giudizio e il gup Raffaella Mascarino ha fissato per martedì mattina l'udienza.

Punto dolente proprio il termine di 20 giorni previsto dal codice: la richiesta, infatti, è stata depositata proprio il ventesimo giorno e quindi quando tecnicamente il termine non era ancora scaduto. Troppo in anticipo dunque. Allo stesso tempo due degli indagati, e più precisamente Stefania Colombo e Salvatore Luci, proprio lo stesso giorno, e quindi a poche ore dal termine ultimo disponibile, hanno fatto depositare ai loro avvocati la richiesta di essere interrogati dal pm: essendo però già partita la richiesta di rinvio a giudizio, i due interrogatori non erano stati fatti. Martedì mattina, giorno fissato per l'udienza preliminare, le due questioni sono arrivate al vaglio del giudice che, sia pur per poche ore di scarto, ha dovuto prendere atto di entrambe le situazioni e annullare la richiesta di rinvio a giudizio, rimandando tutto un passo indietro. Il pm ha ora fissato - per sanare il problema tecnico - i due interrogatori, fatti i quali procederà a una nuova richiesta di rinvio a giudizio.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo dell'11 aprile

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