Cardiomiopatia ipertrofica:
Fondazione Veronesi premia i Riuniti

Nuovo riconoscimento alla ricerca scientifica degli Ospedali Riuniti di Bergamo. Protagonista questa volta è la ventottenne Laura Pezzoli, biologa borsista del Laboratorio di Genetica molecolare, premiata dalla Fondazione per la Ricerca Umberto Veronesi.

E' arrivato nei giorni scorsi un nuovo riconoscimento alla ricerca scientifica svolta agli Ospedali Riuniti di Bergamo. Protagonista questa volta è la ventottenne Laura Pezzoli, biologa borsista del Laboratorio di Genetica molecolare, che si è aggiudicata una delle borse di ricerca semestrali destinate a giovani ricercatori, messe a disposizione dalla Fondazione per la Ricerca Umberto Veronesi nell'ambito del “Young Investigator Programme”, con l'obiettivo di aiutare gli scienziati del futuro a lavorare nelle migliori istituzioni del mondo per individuare soluzioni medico-scientifiche di eccellenza.

Per l'assegnazione dei contributi economici la Fondazione ha privilegiato progetti di ricerca di elevato profilo scientifico e con ampia ricaduta sulla salute pubblica, in particolare nell'ambito delle malattie oncologiche e cardiovascolari, che rappresentano le prime due cause di morte nel mondo occidentale.

Il progetto presentato da Laura Pezzoli, laureata in biologia molecolare all'Università di Milano e specializzanda in genetica medica all'Università di Pavia, consiste in un'analisi genetica approfondita in pazienti affetti da cardiomiopatia ipertrofica, malattia genetica del cuore, caratterizzata da un ispessimento delle pareti cardiache. L'obiettivo è individuare la causa genetica dell'estrema variabilità clinica della malattia, che oscilla da un decorso benigno e asintomatico, alla necessità di un intervento cardiochirurgico per asportare una piccola porzione di muscolo ispessito fino alla morte improvvisa.

Utilizzando tecnologie di nuova generazione, verranno analizzati 35 pazienti sottoposti a intervento cardiochirurgico (miectomia), per valutare sia eventuali alterazioni dell'espressione dei geni cardiaci sia il possibile ruolo svolto dai fattori ambientali, che potrebbero spiegare le differenze tra pazienti portatori della stessa mutazione genetica e guidare i clinici verso una più efficace stratificazione del rischio. Lo scorso 28 marzo, al Campidoglio di Roma, Laura Pezzoli ha partecipato alla cerimonia ufficiale di assegnazione delle borse, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del Presidente della Fondazione Paolo Veronesi, del Fondatore Umberto Veronesi e del Presidente del Comitato Scientifico Pier Giuseppe Pelicci, nonché del Ministro della Salute Renato Balduzzi, del Ministro dell'Istruzione Francesco Profumo e del Presidente del Comitato Etico Giuliano Amato.

Il progetto nasce da una stretta collaborazione tra il Dipartimento Cardiovascolare dei Riuniti, diretto da Paolo Ferrazzi, che vanta la più grossa esperienza europea nel trattamento chirurgico della cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva ed è il centro di riferimento italiano per questa malattia, e il Laboratorio di Genetica Medica – sezione di Genetica Molecolare, guidato da Maria Iascone, che da diversi anni si occupa dell'analisi genetica di pazienti affetti da questa malattia ed è stata tra i primi in Italia ad applicare le tecnologie di sequenziamento di nuova generazione alla pratica clinica.

È nel Laboratorio di Genetica Molecolare che Laura Pezzoli, residente a Fiorano al Serio, in Val Seriana, ha iniziato la sua carriera, nel 2007 con un tirocinio durante gli anni dell'università, proseguito l'anno dopo con una borsa di studio finanziata dalla Fondazione Creberg.

“Questo riconoscimento è arrivato del tutto inaspettato – ha commentato Laura Pezzoli -. Delle mille richieste pervenute quest'anno, sono state assegnate solo 90 borse di studio, quindi per me è stata una grande soddisfazione rientrare tra i vincitori di questo concorso, molto ambìto, che mi permetterà di continuare il mio lavoro di ricerca sulle caratteristiche genetiche della cardiomiopatia ipertrofica sfruttando le tecnologie di ultima generazione. Per questo vorrei ringraziare la Fondazione Creberg, Maria Iascone e Paolo Ferrazzi per aver creduto in me e avermi sempre supportato in questi anni ”.

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