Telgate: «Cava da stralciare
È solo un'enorme discarica»

«Chiediamo alla Regione di stralciare la cava di Telgate in occasione della prossima rivisitazione del piano cave provinciale di Bergamo: nei fatti ci troviamo davanti a una discarica di rifiuti inerti di dimensioni straordinarie mascherata da una cava».

«Chiediamo alla Regione di stralciare la cava di Telgate in occasione della prossima rivisitazione del piano cave provinciale di Bergamo: nei fatti ci troviamo davanti a una discarica di rifiuti inerti di dimensioni straordinarie mascherata da una cava, e siamo consapevoli che questa discarica per le sue caratteristiche finirà da sola con il servire l'intera provincia di Bergamo».

È la richiesta formulata oggi da Fabio Turani, responsabile tecnico del Comitato Intercomunale «No alla discarica» di Telgate, in occasione dell'audizione tenutasi in Commissione Ambiente presieduta da Giosuè Frosio (Lega Nord).

«Ci troviamo davanti - ha fatto presente il presidente Frosio - a una cava già autorizzata nel piano provinciale del 2004 dall'allora presidente Bettoni, e poi riconfermata anche nel piano cave successivo del 2008. Faccio mie le preoccupazioni espresse dal Comitato e dai cittadini, ora approfondiremo la situazione coinvolgendo tutti gli Enti locali interessati per capire se la Regione può avere strumenti e spazi di intervento. Mi riservo anche, se potrà esserci qualche utilità pratica e concreta, di proporre alla Commissione una apposita risoluzione da portare all'attenzione del Consiglio regionale».

La risoluzione era stata sollecitata per primo da Gabriele Sola (IdV), che aveva invitato la Commissione a elaborare e proporre alla Giunta regionale un documento che denunciasse in modo forte «l'ennesima degenerazione di un piano cave disgraziato: ci troviamo davanti - ha detto Sola - a un disegno criminoso, assolutamente da condannare e davanti al quale occorre ricercare ogni mezzo per impedirlo».

D'accordo con Sola anche Maurizio Martina (Pd), che ritiene come «questa risoluzione da concordare e condividere insieme, debba sollecitare in modo forte la Giunta regionale a riconsiderare il caso della cava di Telgate come esempio paradigmatico del fallimento del piano cave di Bergamo».

Nello specifico a Telgate, sull'area interessata dalla cava, si prevede nei prossimi sei anni l'escavazione complessiva di 2 milioni di metri cubi di ghiaia e sabbia, attraverso 4 lotti di escavazione che verrebbero successivamente riempiti di rifiuti inerti derivanti principalmente da impianti termici, da precedenti trattazioni di incenerimento e da demolizioni edili.

«Complessivamente - ha spiegato Fabio Turani - ogni giorno in prossimità di Cascina Nullo lungo una strada comunale larga circa tre metri passerebbero almeno 200 automezzi, con conseguente pesante aggravio dell'inquinamento acustico, al quale va aggiunto in termini atmosferici un incremento del PM10 pari almeno al 9%».

Il responsabile tecnico del Comitato ha quindi sottolineato come la cava interessi un'area di ricarica degli acquiferi profondi, con conseguente rischio di contaminazione della falda sottostante. «Inoltre - ha concluso Turani - a 100 metri scorre il torrente Rillo, destinato a raccogliere direttamente le acque di percolazione con ulteriore rischio di inquinamento ambientale».

In Commissione è intervenuto anche il sindaco di Telgate Diego Binelle, che ha espresso piena condivisione sulle problematiche sollevate dal Comitato: «Anche l'amministrazione comunale da me presieduta, eletta nel 2009, si è opposta con ogni mezzo a questo progetto - ha detto il sindaco - ma purtroppo lo abbiamo ereditato dalle precedente amministrazione e abbiamo margini di manovra ridotti».

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