Mirandola, nell'Emila terremotata
anche le suore Orsoline di Gandino

Il terremoto di domenica 20 maggio ha lasciato ferite profonde anche a Mirandola di Modena, paese di circa 24 mila abitanti. Qui è attiva una comunità delle Suore Orsoline di Maria Vergine Immacolata di Gandino che accoglie 178 bambini dai tre ai sei anni.

Il terremoto di domenica 20 maggio ha lasciato ferite profonde anche a Mirandola di Modena, paese di circa 24 mila abitanti. Qui è attiva una comunità delle Suore Orsoline di Maria Vergine Immacolata di Gandino, diretta da suor Edvige Tomasini (al secolo Adriana), 72 anni nativa di Gandino. Suor Edvige dirige la scuola materna “Don Riccaro Adani” che accoglie 178 bambini dai tre ai sei anni.

“Mirandola è stata colpita duramente dal terremoto – spiega al telefono suor Edvige – ma per fortuna non si registrano morti e feriti. La scuola è stata lesionata e sono già stati attivati i lavori per la messa in sicurezza. Resterà chiusa sino alla prossima settimana. In paese danni più gravi sono stati registrati nel centro storico: tutte le strutture antiche sono crollate o sono pericolanti, compresi il Municipio e il Castello dei Pico. Non c'è una chiesa agibile in tutta la città, in Duomo è crollata la volta. Pensi che per domenica erano programmate le prime comunioni, poi ovviamente rimandate. Se la scossa fosse arrivata qualche ora dopo, sarebbe stata una strage. Sono rimaste in piedi solo le statue della Madonna, lo leggo come un segno di protezione e di speranza”.

La comunità delle Orsoline a Mirandola vive in via Luosi, un tempo sede della materna parrocchiale. Insieme a suor Edvige ci sono un'altra gandinese, suor Oliveria Franchina, e suor Mariarosa Cattaneo di Villa d'Adda. Lo stabile è stato lesionato, ma il soppralluogo dei vigili del fuoco lo ha dichiarato agibile, con l'obbligo però di non dormire nell'ala che fronteggia una vicina torretta, dichiarata a rischio.

“Se dovesse cadere la torretta – spiega suor Edvige – pioverebbero su di noi centinaia di quintali di materiale. Siamo costrette a dormire nei sacchi a pelo, vicino alla porta di uscita per precipitarci in strada nel caso di nuove forti scosse. Ho tentato di recuperare alcune brandine presso la tendopoli allestita nella zona delle Piscina comunali, ma non ce n'erano più”.

Nel racconto delle suore c'è il rammarcio per i gravi danni e i disagi di molte famiglie che hanno dovuto abbandonare le proprie case, specie quelle incluse nella cosiddetta “zona rossa”. C'è però anche la “grazia” dello scampato pericolo.

“Una cinquantina di scout della parrocchia – segnala suor Edvige -  aveva allestito un campo a San Felice sul Panaro, dormendo vicino ad una chiesa e a un centro parrocchiale. Entrambe le strutture sono crollate, ma loro sono rimasti illesi. Sabato sera a Mirandola si è svolta la festa della Scuola Materna, sino quasi alle 22. Non voglio pensare a cosa sarebbe accaduto se il terremoto fosse arrivato in quelle ore, anche solo per il panico che ha generato. Noi abbiamo avvertito il boato della prima scossa, all'1,10,  e successivamente, poco dopo le quattro, ci siamo precipitate in strada dopo la scossa più devastante, che ha provocato il crollo del muro di cinta della nostra casa e ribaltato mobili e suppellettili. La gente era terrorizzata”.

La catena della solidarietà per Mirandola si è messa in moto anche a Gandino, dove le Orsoline sono nate nel 1818 per opera di don Francesco Della Madonna. La Pro Loco Gandino e Animalcortile hanno avviato una raccolta fondi da destinare alla comunità di Mirandola, cui hanno immediatamente aderito la Parrocchia di Santa Maria Assunta, il Comune e numerosi gruppi del territorio. Attivo il conto presso Ubi Banca Popolare di Bergamo (IBAN IT 62 X 05428 53060 000000004755 causale TERREMOTO EMILIA).

“Sabato 2  e domenica 3 giugno – spiega il presidente Lorenzo Aresi – allestiremo un banco in piazza Vittorio Veneto a Gandino, dalle 8 alle 12.30 e saremo pronti a raccogliere necessità specifiche che ci verranno segnalate da Mirandola”.

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