Con il campo arrivato da Bergamo
un tetto a 328 sfollati mantovani

Forte, come e più delle scosse di terremoto, è stato il volontariato. Si è conclusa venerdì pomeriggio la seconda spedizione della colonna mobile bergamasca di Protezione civile nel Mantovano. Entro il week end potrà accogliere 328 sfollati.

Forte, come e più delle scosse di terremoto, è stato il volontariato. Si è conclusa venerdì pomeriggio la seconda spedizione della colonna mobile bergamasca di Protezione civile, guidata da Giordano Mezza, nel paese di San Giacomo delle Segnate in provincia di Mantova.

Sei uomini, impegnati per altrettanti giorni nella programmazione di collegamenti radio interni al campo e connessi con il centro operativo della prefettura di Mantova.

«È una grande avventura, che ci riempie di orgoglio e voglia di fare - racconta Mezza -, ieri tre dei miei uomini sono rimasti nell'area, e verranno sostituiti da altri tre volontari, ma rimaniamo sempre disponibili». Un lavoro, quello svolto dalla Protezione civile, che è stato definito dalle stesse autorità locali «magistrale», e «irraggiungibile senza il supporto di queste persone eccezionali ed inesauribili».

Ora, il campo d'accoglienza, è definitivamente operativo, con le sue 41 tende e 280 posti letto per le persone sfollate, ma pronto anche ad ampliarsi: «Arriveremo ad accogliere 328 sfollati entro il week end - spiega l'assessore provinciale Alberto Grandi - ma tutto è perfettamente attrezzato con aree igieniche, docce, refettori e posti letto».

Il campo di San Giacomo è anche il punto di raccordo tra i paesi circostanti (San Giovanni del Dosso e Moglia), da cui ogni giorno provengono sempre nuovi sfollati in cerca di soccorso. «Nei giorni scorsi ci sono stati alcuni disaccordi tra i sindaci - riprende Grandi - perché a San Giacomo sono state respinte alcune persone, per dare la precedenza ai residenti locali, ma tutto si è risolto per il meglio».

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